Picchia, violenta e segrega l'ex compagna. Ancona, in una notte si scatena l’inferno: condannato a 8 anni

Picchia, violenta e segrega l'ex compagna: in una notte si scatena l’inferno: condannato a 8 anni
Picchia, violenta e segrega l'ex compagna: in una notte si scatena l’inferno: condannato a 8 anni
di Federica Serfilippi
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Venerdì 29 Settembre 2023, 03:20 - Ultimo aggiornamento: 11:47

ANCONA Un chiarimento tra ex trasformatosi per lei in un incubo a occhi aperti, fatto di botte e abusi sessuali. È stato condannato a otto anni di reclusione uno jesino 39enne, accusato di aver violentato, picchiato e segretato in una stanza la sua ex compagna. La sentenza è stata emessa ieri mattina dal collegio penale. 

 
La vittima, anche lei jesina, aveva denunciato tutto ai carabinieri, facendo innescare le indagini che poi hanno portato al processo.

Alla donna, parte civile con l’avvocato Monica Clementi (studio Magistrelli), andrà un risarcimento di 30mila euro. Ieri, sia lei che l’ex compagno erano presenti alla lettura della sentenza. Nei confronti del 39enne non è mai scattata alcuna misura cautelare nonostante il tris, pesantissimo, di accuse. Fanno riferimento a un unico episodio, riferibile al luglio del 2019. In quel momento, la relazione della coppia era ormai naufragata, con la decisione di intraprendere strade diverse.

L'ultimo chiarimento


Stando a quanto emerso nel corso del processo, l’imputato avrebbe chiesto alla donna un ultimo chiarimento, anche per fugare i dubbi di un sospetto tradimento da parte di lei. 


Per parlare, la coppia si era recata in una sorta di tavernetta dell’abitazione della famiglia della donna, in Vallesina. È qui che per lei, stando a quanto denunciato, si sarebbe materializzato l’inferno. Dopo aver subito una scenata di gelosia, la vittima ha raccontato di essere stata selvaggiamente aggredita dall’ex, con calci e pugni scagliati in varie parti del corpo, tra cui la testa. In un secondo momento - questa l’accusa - il 39enne avrebbe continuato ad accanirsi contro la ex, tirandola per i capelli e poi strappandole di dosso i vestiti. La donna sarebbe stata costretta a subire un rapporto sessuale. Ma non è tutto. Per buona parte della notte - ed ecco l’accusa di sequestro di persona - l’imputato avrebbe chiuso a chiave la porta della tavernetta, impedendo alla ex di chiedere aiuto e prendendole il cellulare. Inoltre, stando all’imputazione, l’avrebbe costretta a rimanere nuda, a subire sputi e insulti, riferendosi alla presunta frequentazione intrapresa dalla ex con un altro uomo. 

La fine dell'incubo


La mattina successiva, lui avrebbe aperto la porta mettendo fine all’incubo. Erano stati chiamati i carabinieri, lei aveva sporto denuncia e aveva raggiunto l’ospedale: 10 giorni di prognosi per varie escoriazioni ed ematomi. L’uomo, difeso dall’avvocato Luca Bartoni, ricorrerà in appello. Ha sempre negato ogni contestazione mossa dalla ex, la cui versione dei fatti non sarebbe attendibile. Si attendono le motivazioni della sentenza.

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