ANCONA Un chiarimento tra ex trasformatosi per lei in un incubo a occhi aperti, fatto di botte e abusi sessuali. È stato condannato a otto anni di reclusione uno jesino 39enne, accusato di aver violentato, picchiato e segretato in una stanza la sua ex compagna. La sentenza è stata emessa ieri mattina dal collegio penale.
La vittima, anche lei jesina, aveva denunciato tutto ai carabinieri, facendo innescare le indagini che poi hanno portato al processo.
L'ultimo chiarimento
Stando a quanto emerso nel corso del processo, l’imputato avrebbe chiesto alla donna un ultimo chiarimento, anche per fugare i dubbi di un sospetto tradimento da parte di lei.
Per parlare, la coppia si era recata in una sorta di tavernetta dell’abitazione della famiglia della donna, in Vallesina. È qui che per lei, stando a quanto denunciato, si sarebbe materializzato l’inferno. Dopo aver subito una scenata di gelosia, la vittima ha raccontato di essere stata selvaggiamente aggredita dall’ex, con calci e pugni scagliati in varie parti del corpo, tra cui la testa. In un secondo momento - questa l’accusa - il 39enne avrebbe continuato ad accanirsi contro la ex, tirandola per i capelli e poi strappandole di dosso i vestiti. La donna sarebbe stata costretta a subire un rapporto sessuale. Ma non è tutto. Per buona parte della notte - ed ecco l’accusa di sequestro di persona - l’imputato avrebbe chiuso a chiave la porta della tavernetta, impedendo alla ex di chiedere aiuto e prendendole il cellulare. Inoltre, stando all’imputazione, l’avrebbe costretta a rimanere nuda, a subire sputi e insulti, riferendosi alla presunta frequentazione intrapresa dalla ex con un altro uomo.
La fine dell'incubo
La mattina successiva, lui avrebbe aperto la porta mettendo fine all’incubo. Erano stati chiamati i carabinieri, lei aveva sporto denuncia e aveva raggiunto l’ospedale: 10 giorni di prognosi per varie escoriazioni ed ematomi. L’uomo, difeso dall’avvocato Luca Bartoni, ricorrerà in appello. Ha sempre negato ogni contestazione mossa dalla ex, la cui versione dei fatti non sarebbe attendibile. Si attendono le motivazioni della sentenza.
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