Il cantautore Michele Pecora, nel 1979 all'apice con “Era lei”: «Vivo sempre di musica, presto un disco di inediti»

Il cantautore Michele Pecora, nel 1979 all'apice con “Era lei”: «Vivo sempre di musica, presto un disco di inediti»
Il cantautore Michele Pecora, nel 1979 all'apice con “Era lei”: «Vivo sempre di musica, presto un disco di inediti»
di Andrea Maccarone
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Sabato 18 Novembre 2023, 03:45 - Ultimo aggiornamento: 9 Dicembre, 00:23

Nato ad Agropoli nel 1957, in provincia di Salerno, si trasferisce con la famiglia a Falconara Marittima nel ‘70. Sette anni dopo il cantautore Michele Pecora vince il Festival di Castrocaro con il brano “La mia casa”, e nel ‘79 balza in vetta alle classifiche con la hit “Era lei”. Una carriera costellata di successi, tra alti e bassi. 
Ma partiamo dalla fine: cosa fa oggi Michele Pecora? 
«Faccio musica e vivo di questo mestiere. Vengo da un’estate molto intensa, fatta di tanti concerti. Sono stato anche all’estero, in Slovenia e in Ungheria. E sempre quest’anno mi è stato conferito dal festival di Spoleto il premio letteratura, vuol dire che la canzone viene riconosciuta anche in altri ambiti, non soltanto nel perimetro dell’intrattenimento». 

 
Che cosa bolle in pentola?
«Sto preparando una raccolta di tutte le mie canzoni, dal ‘77 al 2020 e sarà pubblicata dalla Starpoint International. Ho deciso di fare un greatest hits perché sul web ci sono tante mie canzoni, ma pubblicate in maniera disordinata. Quindi mi faceva piacere raccogliere il mio lavoro più significativo in un’unica compilation che fosse la mia ufficiale». 
Andando invece a ritroso: in che occasione ha scritto “Era lei”, uno dei più grandi successi della musica pop italiana? 
«Nasce nell’inverno del 1979, a gennaio, ed è stata pubblicata ad aprile dello stesso anno. Il brano ha una natura autobiografica, perché parla di un amore estivo vissuto a Senigallia dove ho abitato per due anni quando ero un adolescente. Ma in fondo è anche una canzone che parla di una storia che può essere di tutti». 
Avrebbe mai creduto di riscuotere tutto quel successo all’epoca? 
«No, non me lo aspettavo perché il successo è sempre imprevedibile. Arriva quando non te lo aspetti, e quando lo cerchi non arriva mai. Ma se invece lo vivi con serenità, arriva anche il risultato». 
Come è riuscito a non rimanerne travolto? 
«Perché avevo la consapevolezza che la mia vita sarebbe stata nella musica, una scelta che avevo fatto a 13 anni. Il successo è stato importante perché mi ha riconosciuto un ruolo nella musica e nel mondo discografico, ma non era quello il mio scopo. Io volevo fare musica e vivere a pieno tutti gli aspetti: da quello compositivo a quello autoriale e di musicista». 
Dopo “Era lei” ci sono stati altri successi e varie partecipazioni al Festivalbar, ma mai Sanremo. Perché? 
«Perché all’epoca di “Era lei” Sanremo era in una fase critica. Non era allettante a livello discografico, non veniva considerato utile alla promozione degli artisti. Così la Warner, la mia etichetta discografica di allora, decise di optare per Festivalbar». 
Lei partecipò con un brano scritto a quattro mani con Zucchero. Vi siete mai più rivisti da allora? 
«No, non c’è stata più l’occasione. Ma se dovesse succedere sarebbe per me un grande piacere». 
Recentemente ha partecipato al talent “Ora o mai più”. Un’esperienza che ripeterebbe quella del talent? 
«Sicuramente sì, perché è un modo di fare tv molto diverso da quello che facevo io anni fa: ti metti in gioco artisticamente e umanamente, comporta rischi da accettare. Poi quel talent mi ha permesso di scrivere la canzone “I poeti” con cui ho riscosso un bel successo». 
Guardandosi oggi alle spalle, c’è qualche errore che ha fatto e che non rifarebbe in ambito artistico? 
«Ce ne sono diversi, il nostro cammino è difficile e complicato: fatto di momenti altissimi e altri meno in cui siamo obbligati a farci da parte. Momenti in cui ci vediamo scavalcare da altri. In quel caso bisogna avere le spalle solide, o si rischia di fare scelte sbagliate come cambiare scuderia e prendere decisioni affrettate. Per il resto rifarei tutto». 
Ma un errore in particolare? 
«Scegliere di non fare Sanremo. O meglio: di accettare di non farlo, perché più che decidere io, ho accettato l’indicazione arrivata dall’etichetta discografica». 
Come vede il suo futuro? 
«Vedo una seconda vita artistica. Il brano “I poeti” ha creato un ponte tra la prima parte della mia carriera e la seconda, inattesa e inaspettata. Mi ha ridato forza, vigore ed entusiasmo. Tante persone mi hanno scoperto da poco, soprattutto i giovani. Per altri, invece, è stata una riscoperta. Il mio futuro lo vedo ancora nella musica, tra serate, concerti, una raccolta di brani e un nuovo album di inediti. Il prossimo anno uscirà l’anteprima con un singolo».
 

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