Rosanna Vaudetti, marchigiana doc: «Io, ex signorina buonasera sono tornata in Tv da nonna»

L'anconetana Rosanna Vaudetti: «Io, ex signorina buonasera sono tornata in Tv da nonna»
L'anconetana Rosanna Vaudetti: «Io, ex signorina buonasera sono tornata in Tv da nonna»
di Maria Cristina Benedetti
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Sabato 11 Novembre 2023, 12:21 - Ultimo aggiornamento: 15:32

ANCONA Il garbo non argina la sua naturale simpatia. Canticchia al telefono la celebre "Signorina buonasera". Con un filo di voce, intona: «L'amore nasce quando vuole, non ha bisogno di parole». Irresistibile, Rosanna Vaudetti non ha segreti, anzi ne ha solo uno: «Non ho mai pensato di diventare un personaggio».

Più di così? Voce d'esordio di tante serate di fronte al piccolo schermo; prima annunciatrice della Tv a colori; mitica conduttrice di "Giochi senza frontiere". È stata amichevole guida e colonna sonora degli italiani.
«Con semplicità, rimanendo sempre me stessa. Non mi sono mai proposta come una vamp. Sa, il personaggio stanca».

Lei, no di certo. La televisione ora è una sua nostalgia?
«Premetto: mi ha fatto sentire molto sicura, a mio agio.

La parola e il corpo, insieme, rappresentano una dimensione che ho sempre apprezzato molto. E ora è anche, di nuovo, il mio presente. Una piacevole sorpresa, come tante nella mia vita».

Cioè?
«Ho ricevuto la proposta di far parte del programma Bella Ma', un talent show ideato e condotto da Pierluigi Diaco. Come rinunciare?».

Continua ad accendersi la lucetta della "messa in onda".
«Mi perdoni, è un semaforo. Giallo è attesa; rosso e verde sono stop and go di immagine e audio insieme».

Accendiamolo, allora.
«Sul pomeriggio di Raidue. Inizialmente ho condiviso lo schermo con la mia amica-collega Maria Giovanna Elmi. Ora che è negli Stati Uniti, sono al fianco di Minnie Minoprio, una piacevole compagna. Il pubblico risponde con molto affetto».

L'argomento della sua rubrica?
«Una sorta di posta del cuore. In realtà, si tratta di un confronto generazionale: tra i boomer, coloro che sono nati durante l'esplosione demografica, a cavallo tra gli anni Quaranta e Sessanta, e la generazione X, i venuti al mondo tra il 1965 e il 1980. Io sono una XXL-boomer».

La sua ironia la espone alla domanda di rito. Una donna iconica come lei che rapporto ha con il tempo che passa?
«Buono. Sono circondata da amiche che si portano gli anni molto meglio di me, uno stimolo vivente a migliorare. Poi, quel che conta è stare bene in salute».

Abbasso la complessità. Ripropone il marchio di fabbrica: naturalezza, spontaneità, sobrietà.
«Direi piuttosto la voce, quella di mia madre era davvero bellissima».

Proposta accolta. È tuttavia innegabile: il suo stile è inconfondibile.
«Due miei abiti degli anni Sessanta sono esposti al Museo della Radio e della Televisione a Torino, nel Centro di produzione Rai. Li ho donati in occasione delle celebrazioni per i cinquant'anni di tivù non più in bianco e nero. Mi conceda un vanto».

Certo.
«Quei vestiti sono accanto ai costumi di Raffaella Carrà».

Un altro punto d'orgoglio?
«Essere stata citata in una puntata del Paradiso delle Signore: l'attrice Rebecca Sisti mi ha rappresentata durante una sfilata di moda. Ho partecipato alle riprese, un'emozione».

Nel suo racconto ci pare di cogliere un velo di rimpianto.
«No, non è così. Quando uscimmo di scena eravamo delle figure obsolete. La televisione era cambiata, non era più una "mamma", con noi presentatrici che d'estate suggerivamo ai telespettatori di abbassare il volume per non disturbare i vicini. Era diventata tutt'altro».

Onore&gloria. E la famiglia? È stato complicato armonizzare pubblico e privato?
«Ho affrontato le difficoltà di tutte le donne che dividevano il loro tempo tra figli e lavoro».

Il dono più bello?
«Essere diventata nonna quando ormai non me l'aspettavo più. Venerdì scorso Eleonora ha compiuto sei anni: è un amore grande, inatteso, diverso. Lo ripeto: la vita è sempre stata una piacevole sorpresa».

La gratitudine? A chi vorrebbe rivolgere un sentimento di riconoscenza?
«All'équipe del professor Antonio Dello Russo, dell'ospedale di Torrette, che mi ha impiantato un pacemaker. Mi ritengo fortunata che sia successo ad Ancona, un'eccellenza sanitaria».

Il suo amore di città.
«Sono nata lì, la mia casa è in fondo al viale, al Passetto, dove la città si slancia nel mare, dove la brezza s'insinua nella Pinetina. Roma è la mia vita, la Dorica è l'emozione della memoria».

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