Dalla serie D alla serie A
Un tuffo nel miracolo Carpi

Dalla serie D alla serie A Un tuffo nel miracolo Carpi
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Giovedì 2 Aprile 2015, 18:20 - Ultimo aggiornamento: 18:28
CARPI - Una 'quasi" promozione fatta in casa. Il sogno del Carpi sta per avverarsi e la larga vittoria sul Bologna ha certificato, semmai ce ne fosse stato bisogno, la leadership di una società che nel 2013 si è affacciata per la prima volta nella sua storia in serie B e che adesso sta per tagliare un altro storico traguardo sportivo: con 12 punti di vantaggio sulla seconda la serie A è a un passo.



Con un investimento ridotto rispetto allo scorso anno, un monte stipendi che non arriva a quattro milioni, una proprietà tutta locale, una squadra formata da giocatori semisconosciuti che la serie A l'hanno vista solo alla tv, il progetto Carpi assume valore proprio per la sua semplicità e per le sue profonde radici nel territorio.



Un progetto iniziato con il ripescaggio dalla D alla C2 nel 2010 e proseguito a vele spiegate fino ad oggi. Carpi, cittadina del modenese di 70 mila abitanti, vive con entusiasmo ma anche stupore questa fantastica annata. Motore del Carpi il suo patron Stefano Bonacini, imprenditore del tessile, titolare dell'azienda Gaudì insieme al suo socio Roberto Marani.



Ha iniziato quasi per scherzo questa avventura e tra i tanti segreti c'è la presenza di un direttore sportivo, Cristiano Giuntoli, arrivato nell'inverno del 2009, che in questi anni ha scoperto nelle categorie inferiori fior di giocatori che hanno garantito successi sportivi e la possibilità di avere bilanci sempre in regola e con perdite molto ridotte. L'arrivo di Fabrizio Castori nell'estate scorsa alla guida della squadra, un tecnico poco pubblicizzato ma esperto in promozioni partendo dalla Seconda categoria, ha chiuso idealmente il cerchio.



Pochi innesti ma tutti centrati che hanno permesso di creare una chimica micidiale che ha portato il Carpi a conquistare 68 in 34 partite, una media di 2 punti esatti a gara, con un passo che nessuna delle pretendenti alla serie A ha saputo tenere. La svolta del Carpi è stata probabilmente nell'estate del 2012. L'anno del terremoto che ha messo in ginocchio buona parte del territorio. A giugno il Carpi perde a sorpresa lo spareggio per salire in B con la Pro Vercelli (gara giocata al Braglia di Modena, il Cabassi non era agibile causa sisma). Il patron Bonacini avrebbe voglia di passare sulla sponda del Modena.



L'allora azionista di riferimento nel 2012 dello stesso Modena, Roberto Casari, presidente Cpl, finito nei guai proprio in questi giorni nell'ambito di un'inchiesta sulle opere di metanizzazione che hanno interessato i comuni dell'isola di Ischia, ha due opzioni: vendere a Bonacini o ad Antonio Caliendo. Sceglie la seconda strada, Bonacini rimane molto deluso perchè avrebbe desiderato acquistare il Modena, ma decide ugualmente di ripartire in Lega Pro con il Carpi. Nel 2013 i biancorossi partono a fari spenti ma nei playoff sovvertono ogni pronostico e salgono in B a scapito del Lecce.



L'anno scorso una buona stagione in B crea le premesse per cercare di migliorarsi. Obiettivo centrato. E appena sarà serie A ci sarà da affrontare la prima grana: lo stadio Cabassi non può ospitare la serie A. Il sindaco vorrebbe adeguarlo, ma la strada più probabile potrebbe portare il Carpi a giocare a Modena. Una partita comunque meno scontata dell'ormai certa promozione in A.

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