Borrelli saluta il Fano: «Tre anni
intensi, quel gol non lo scorderò»

Il centrocampista offensivo Davide Borrelli, 31 anni, in azione durante Gubbio-Fano del 5 aprile scorso. Finì 1-0 per gli umbri
Il centrocampista offensivo Davide Borrelli, 31 anni, in azione durante Gubbio-Fano del 5 aprile scorso. Finì 1-0 per gli umbri
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Venerdì 30 Giugno 2017, 19:09
FANO - Le strade di Davide Borrelli e l’Alma si dividono. Dopo tre intense stagioni il fantasista di Guglionesi, in scadenza di contratto, ha deciso di lasciare suo malgrado il Fano cedendo al serrato corteggiamento dell’Imolese. Una scelta dettata dalla voglia di tornare a recitare un ruolo di prim’ordine, visto che in granata nell’ultimo campionato si era ritrovato a passare da grande protagonista a semplice comparsa. Appena due i gettoni da titolare dal giro di boa in poi, mentre all’andata 13 volte su 19 era sceso in campo dall’inizio e in una sola circostanza era rimasto in panchina. Per capire quanto abbia dato alla causa basta scorrere il diario nel suo profilo Facebook, da stamattina intasato di post dei tifosi con messaggi d’affetto accompagnati da foto e video delle sue più entusiasmanti giocate. E pensare che la sua avventura fanese era cominciata tra facili ironie di qualcuno, che in dialetto lo chiamava “differensa Borrelli”. Sì perché annunciato come uomo in grado di fare la differenza, alle prime apparizioni non sembrava all’altezza della fama. A Fermo la svolta, all’undicesima giornata. Di lì l’escalation, con una lunga serie di perle.

«Quella domenica mi scattò la molla dopo un rigore sbagliato – racconta il trentaduenne Borrelli, che a Fano ha trovato anche l’amore – Fu la svolta anche per la squadra, galvanizzata da quella rocambolesca vittoria. Io in effetti non avevo iniziato benissimo, ma avevo saltato la preparazione e giocando da trequartista faticavo ad esprimermi. Poi Alessandrini mi riportò al ruolo di mezzala e con una migliore condizione fisica riuscii a venir fuori. Sembra passata una vita da allora, perché comunque ho vissuto tre anni intensi e indimenticabili. Ancora non ho realizzato fino in fondo che vestirò un’altra maglia, però mi sentivo di cambiare al termine di un’annata così. Non è stato facile per me, ma ho sempre dato il massimo e la conquista della salvezza è stata una gioia immensa. Sono fiero di quello che ho fatto e gli attestati di stima di queste ore mi inorgogliscono. Mai avevo legato in questa maniera con una città, tanto che per me Fano è come una seconda casa. Di ricordi belli ne conserverò tanti, su tutti il gol decisivo nel derby a Pesaro e quello nella finale playoff col Campobasso».
 
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