O’ Sarracino indossa i tacchi, il concerto Rosa Chemical domani a Montegiorgio: «Il live è un vero e proprio scambio di energie»

O’ Sarracino indossa i tacchi, il concerto Rosa Chemical domani a Montegiorgio: «Il live è un vero e proprio scambio di energie»
O’ Sarracino indossa i tacchi, il concerto Rosa Chemical domani a Montegiorgio: «Il live è un vero e proprio scambio di energie»
di Chiara Morini
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Sabato 8 Luglio 2023, 04:35 - Ultimo aggiornamento: 11:33
Square music festival di Montegiorgio al giro di boa: termina domani, domenica 9 luglio, la prima settimana di concerti. Sul palco di piazza Stazione arriverà Rosa Chemical, al secolo Manuel Franco Rocati, a partire dalle ore 21, con una tappa del suo tour estivo. Il concerto, organizzato da Futura Unisce, è voluto da sei associazioni montegiorgesi con il patrocinio del Comune.
Rosa Chemical, il tour è appena iniziato, quali sono le sensazioni?
«È bellissimo, ogni palco ti lascia sempre qualcosa e tu cerchi a tua volta di lasciare emozioni a chi ascolta. È uno splendido scambio di energia, è bello davvero».
In “Bellu guaglione”, il nuovo singolo, c’è un invito ad essere sé stessi: che storia è?
«È anche molto più semplice, si tratta di un rovesciamento di “O’ Sarracino”. Nel brano c’è un Sarracino che si sveglia nel 2023, e invita a essere sé stessi: indossa i tacchi, ama senza distinzione e non vuole essere giudicato».
È stato “provocatorio” rifare Carosone?
«No, non l’ho visto in questo modo».
Ci sono state critiche?
«No, ho ricevuto tanto amore dal popolo napoletano, nessuno mi ha accusato di aver compiuto una sorta di appropriazione culturale».
Quando ha sentito l’esigenza di inneggiare alla libertà?
«È il mio percorso di vita che mi ha portato a questo. Volevo essere libero, e volevo trasmettere questa libertà a tutti coloro che vogliono esserlo, ma che magari non riescono a esprimere sé stessi. Io mi sento una persona forte, le critiche le faccio scivolare, ma non tutti riescono».
Cos’è per lei la libertà?
«Essere me stesso senza ledere la libertà di altre persone».
Ricordi di Sanremo?
«La cosa più emozionante che abbia compiuto, a parole è inspiegabile, una settimana splendida. Avevo 3 minuti a sera per mostrare chi ero, e non potevo volere di più. Il pubblico mi ha anche sostenuto, ci sono state critiche, ma ho ricevuto anche tanto amore».
Prima di cantare è stato pittore, tatuatore, modello, writer: quando ha deciso di imboccare la strada della musica?
«Per me la musica non è solo un lavoro e basta. Io sono un creativo, per me è un modo di esprimermi. L’importante è che io possa esprimere quello che sono, se la musica dovesse finire troverò un altro mezzo».
Perché ha scelto proprio Rosa Chemical come nome d’arte?
«Rosa è mia madre, Chemical arriva dai My Chemical Romance, gruppo statunitense, al quale ho voluto fare un omaggio. Ma comunque sono sempre io, non ci sono differenze tra Rosa e Manuel».
Lei si è distinto anche per aver fatto di recente della beneficenza.
«Si, sento di farla. Insieme a una ragazza che si chiama Chiara, che collabora con il San Donato di Milano abbiamo fatto questa grande operazione. Nei primi tre concerti live in assoluto abbiamo realizzato una tela. Io dipingevo ciò che mi dicevano i fan, e poi è andata all’asta. Il ricavato per ospedali dove vengono curati le brutte malattie dei più piccoli, se posso provo sempre a fare del bene».
Un saluto ai fan e a chi verrà ad ascoltarla?
«Il mio più che un saluto è un invito. Io vedo il live non tanto come le persone che guardano passivamente il concerto. Per me un live è un vero e proprio scambio di energia, come dicevo, prima. Io sono sul palco, canto, se il pubblico risponde è un determinato tipo di concerto. Ma se il pubblico si comporta diversamente, è un altro tipo di concerto. Per cui dico ragazzi, venite, saltate, divertitevi, cantate con me».
 
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