Storia d’amore con la musica: Amedeo Minghi concluderà il suo fortunato tour domenica 28 alla Fenice di Senigallia

Storia d’amore con la musica: Amedeo Minghi concluderà il suo fortunato tour domenica 28 alla Fenice di Senigallia
Storia d’amore con la musica: ​Amedeo Minghi concluderà il suo fortunato tour domenica 28 alla Fenice di Senigallia
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Lunedì 22 Aprile 2024, 06:25 - Ultimo aggiornamento: 12:31

Compositore, cantautore, arrangiatore e produttore, Amedeo Minghi concluderà il suo tour alla Fenice di Senigallia, domenica 28 aprile alle 21. A distanza di quattro decenni dalla celebre “1950”, uno dei capolavori della musica d’autore italiana, Minghi torna a calcare i palcoscenici con la tournée teatrale celebrativa “40 anni da 1950”. Autore visionario e poliedrico, nel corso della sua lunga attività artistica a metà strada tra generi musicali diversi, ha inanellato successi su successi; scritto colonne sonore per la tv, per il cinema, per il teatro; per molti colleghi ha composto numerose hit e realizzato progetti. Lasciandosi sempre guidare da un incommensurabile amore per la musica, che è il vero centro della sua vita.

 
Il libro degli incontri


Una storia d’amore con la musica, mai finita: «come nella vita del resto», racconta Minghi, «le storie d’amore non finiscono mai, ma si trasformano in qualcosa di profondo». È davvero difficile riassumere questi 40 anni: «Ho debuttato nel 1966, ero un ragazzino, su Rai1 a Scala Reale. Ma sapete chi mi presentò? Peppino De Filippo: quando ci penso mi sembra incredibile, non ci sono più persone così. L’uscita del mio nuovo disco, a ottobre, sarà accompagnata da un libro in cui racconterò questi incontri con personaggi così straordinari, che allora erano la norma».

Minghi è un significativo testimone di quasi mezzo secolo di musica italiana, una musica che oggi è cambiata tantissimo: «con l’avvento sempre più impetuoso ed arrogante delle multinazionali tutto è diventato appiattito e frenetico. Tutto deve essere veloce, consumato e consumabile e allora ecco il filmetto, l’operetta, la canzoncina. Le nuove generazioni affrontano la musica non tanto per amore, ma per fare soldi».

Meteore in un mondo che consuma tutto e tutti: «Ci sono addirittura regole matematiche per comporre i brani: una velocità di base che impone, dopo tot battute, una strofa e poi il ritornello. E poi l’argomento: la mattina iniziano e al pomeriggio è tutto pronto, senza considerare l’arrangiamento “alla chi…”. È drammatico questo, se pensate che noi ci mettevamo due anni a fare uscire un nuovo album». Tutto troppo superficiale? «Ragazzini che raccontano di amori struggenti, drammatici, sofferti, ma dove li hanno trovati? Abbiamo avuto maestri straordinari che ci hanno insegnato a scrivere canzoni che durano nel tempo: ora non dura niente, troppa fretta di vivere».

Nel suo nuovo album troveremo una lettura attenta e disincantata di quello che sta accadendo nel mondo e nella vita: «è questo che fanno i cantautori, raccontare ciò che viviamo, abbiamo visto, letto o sognato. Uno dei tre brani che farò al concerto ha a che vedere con la guerra, una tematica a cui ho sempre dato spazio e devo dire che riesce a scuotere parecchio la gente: l’ho messa giù dura».

E a proposito del tour, Senigallia è l’ultima data di un percorso che il pubblico ha accolto molto bene: «È stato sorprendente. Sapevo della presenza dello zoccolo duro, quelli che mi seguono da sempre, ma quando raccogli tutti sold out rimani sempre piacevolmente sorpreso. Un senso di rispetto reciproco, tanta gente in piedi a salutarmi e ho notato anche un ascolto attento. In teatro c’è una magia unica che non trovi negli stadi: non si canta a squarciagola, c’è un’atmosfera avvolgente. Devo ringraziare anche i miei musicisti, un’orchestra di 12 elementi, un grande impianto e un grande impegno, che il pubblico ha apprezzato molto». Sul palco un sestetto d'archi e una band composta da Luca Perroni al pianoforte, Giandomenico Anellino alla chitarra, Alessandro Mazza al basso, Stefano Marazzi alla batteria, e dalle voci di Rosy Messina e Giordano Spadafora.

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