Alessandro Preziosi con Nando Paone a Matelica per l'anteprima nazionale di “Aspettando Re Lear”

Alessandro Preziosi con Nando Paone a Matelica per l'anteprima nazionale di “Aspettando Re Lear”
Alessandro Preziosi con Nando Paone a Matelica per l'anteprima nazionale di “Aspettando Re Lear”
di Chiara Morini
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Mercoledì 25 Ottobre 2023, 03:05 - Ultimo aggiornamento: 11:35

MATELICA - Al termine di una residenza di allestimento, anteprima nazionale di “Aspettando Re Lear” che aprirà venerdì, 27 ottobre, alle ore 21,15 la stagione del Teatro Piermarini di Matelica. Lo spettacolo, voluto da Comune e Amat, si basa su testo di Tommaso Mattei. Nel cast i ruoli principali sono di Alessandro Preziosi, qui anche regista, e Nando Paone.


Il personaggio 

«Il nostro Re Lear – spiega Mattei – ha una differenza sostanziale rispetto alla figura shakespeariana, l’epilogo, senza spoilerare troppo, è positivo».

A interpretarlo sarà Alessandro Preziosi. «Nel nostro adattamento – spiega Mattei – Re Lear ha una cinquantina d’anni, è un uomo alle soglie della maturità. L’ho proprio scritto per lui, perché spesso si è troppo giovani per interpretarlo. Nel nostro caso la follia non sarà dovuta all’età, ma alla presunta ingratitudine dei figli». Ci si può dimenticare qui delle dinamiche tanto medievali quanto rinascimentali e la storia si focalizza sul momento chiave della tragedia, la tempesta che colpisce Lear mentre vaga nella landa desolata per allontanarsi dal disastro combinato con le amate figlie. Con lui, sotto le mentite spoglie di un servo, c’è anche il conte di Kent e c’è pure il fedele Fool: inermi, assistono allo sconvolgimento della natura. Fino a questo momento Lear è una persona che ama solo sé stesso e la mancanza di amore lo porta alla follia. La tempesta porta il Re a fare un profondo cambiamento, a capire che il suo dolore è molto più profondo, a rendersi conto, cioè, che la tempesta non è altro che il culmine del caos, al quale il Re Lear alla fine deve arrendersi. Torna così uomo, con le sue debolezze, amareggiato, carico di stanchezza, ma privo della sua corona che lo ha portato alla “distruzione”. 

Il lavoro 

A Matelica si sta lavorando, stanno arrivando gli oggetti di scena e il cast. «Arriviamo a Matelica – dice ancora Mattei – dove si lavora molto bene, quasi come in un “ritiro”. Con l’Amat ormai collaboriamo da diverso tempo, l’accoglienza è stupenda e poi, secondo me, il teatro è uno dei più belli: lo progettò l’architetto Piermarini, lo stesso che poi realizzò alla Scala di Milano». Si sta lavorando bene anche perché questo spettacolo è, aggiunge, «un ottimo lavoro di squadra». A cominciare dalla produzione di Pato, Teatro stabile del Veneto – Teatro nazionale, per poi passare a Michelangelo Pistoletto: sue le opere utilizzate in scena, insieme alle musiche di Giacomo Vezzani. Questi sono solo i nomi principali di coloro che sono dietro le quinte a supporto, soprattutto di Preziosi, che cura anche la regia, per offrire al pubblico uno spettacolo bello, corale dal punto di vista dei soggetti e degli elementi contenuti nella storia. Storia che da sempre è considerata una perfetta rappresentazione della condizione umana. La popolarità di questo dramma è cresciuta notevolmente nel secolo scorso.

Il nulla che ci attende

«La morte di Lear – si legge nelle note di presentazione – denoterà la caducità di quei sistemi di potere di cui i nostri personaggi ora abitano le rovine, come sprofondati nel nulla. È come se Re Lear prevedesse l’inevitabile nulla che ci attende».

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