Un Totò come non si è mai visto, quello che Alessandro Preziosi presenterà alle 21.15 di oggi, giovedì 24 novembre, all’auditorium Benedetto XIII di Camerino. “Totò oltre la maschera”, questo il titolo, mostrerà il vero Antonio De Curtis (info 0737 431401).
La scelta
Una scelta, quella di dedicarsi al Principe della risata, che Preziosi vede come «una grande opportunità per (ri)conciliarmi con la mia terra. Totò è stato una grande contraddizione tra la maschera napoletana e la sua vita, e ho voluto farlo anche per scardinare la mia dimensione di attore e quella mia privata. Totò era diverso da come appariva». L’idea di dedicare un recital al grande personaggio scomparso 55 anni fa gli è venuta quando ha visto una vecchia intervista che rilasciò a Oriana Fallaci. «Lì - spiega Preziosi - emergeva il Totò senza filtri, si raccontava per quello che era e io provo a farlo attraverso alcuni suoi scritti con l’opportuno adattamento scenico, con canzoni, con la poesia napoletana. Su tutte posso citare ‘A livella, dove emerge la massima differenza tra il ricco e il povero».
Il ritratto
Quello che emerge da questo spettacolo è dunque un Antonio De Curtis pacato. «Era un uomo mite - spiega l’attore - educato. Era il Totò che lasciava le sue cose nel camerino, e a casa era il principe De Curtis. Lui di sè diceva che “Totò era brutto, ma senza di lui non avrei mangiato”. Era un uomo maturo, la sua povertà, la frustrazione di essere un Nn (in solidarietà con Edoardo), Antonio non amava Totò, al quale piacevano le ballerine, mentre lui aveva gusti più “di classe”. Era un’eterna contraddizione tra il ciuco e il cavallo, tra una persona generosa e una timorosa, tra tante altre cose». Ne emerge quindi un ritratto di un uomo solo, «che viveva con grazia la sua solitudine, dopo aver spento le cicche, dopo aver chiuso il gas, dopo che i familiari erano andati a letto, lui rimaneva alzato, si sintonizzava su radio marina e l’ascoltava, ascoltava il vicino porto. Dormiva poco, era un grande riflessivo. Mostrerò la sua dimensione umana, di “lavoratore indefesso” come diceva».
Per Alessandro Preziosi non c’è un rapporto maschera/persona. «Non ho una maschera - dice - il mio è un intenso rapporto con la letteratura.