Dante raccontato da Michele Mirabella sul palco del teatro di Loro Piceno

Dante raccontato da Michele Mirabella sul palco del teatro di Loro Piceno
Dante raccontato da Michele Mirabella sul palco del teatro di Loro Piceno
di Chiara Morini
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Domenica 17 Settembre 2023, 04:30 - Ultimo aggiornamento: 11:24

La cultura, il sapere, il teatro, il racconto sono solo alcune delle qualità di Michele Mirabella. Non chiamatelo però solo attore, regista, conduttore televisivo e radiofonico perché, benchè sia tutto questo, lui stesso dice che «a me piace essere definito un uomo». Il professore sarà sabato 23 settembre, alle ore 21,30, al teatro parrocchiale di Loro Piceno, con lo spettacolo “Ma misi per me l’alto mare aperto”, nel quale racconterà Dante, nell’ambito del festival Storie.


Lo spettacolo


«Non vorrei solo raccontare qualcosa di particolare – spiega Mirabella – ma far capire che si legge male, senza pensare alla metrica, che non nasce a caso, ma è una disciplina che dava modo di capire la frase».

Comprensione del messaggio dell’autore, è questo quello che Mirabella farà a Loro Piceno. «Sarà una lectura Dantis – prosegue – come un tempo si faceva obbligatoriamente all’università, non una semplice lettura fine a sé stessa, ma una nella quale io leggerò i versi di Dante e farò capire come si fa una lectura, qual era il pensiero che voleva trasmettere lo scrittore. Proprio Dante ha segnato la mia carriera di studi, non di critico, e l’ho amato come ho amato altri grandi della letteratura, come Manzoni o Pirandello. Dante, però, è come un compendio di inganno verso la gente: le persone lo considerano triste, ma la sua opera non è una tragedia, è una Commedia. Leggendo bisognerebbe dare attenzione ai suoni, che compongono le parole, che a loro volta costituiscono i versi e quindi un intero libro».


La curiosità


Andare a fondo nelle cose, per capirle, per “contaminarsi” con il sapere, per accrescere la propria cultura, da non considerarsi solo letteraria. «Io sono laureato in lettere e filosofia – commenta Mirabella – ma non mi piacciono i saperi divisi come comparti: tutto deriva da Cartesio, Galilei, dai saperi condivisi cari a Russell. Allo stesso modo la scienza non è una formula: noi abbiamo ereditato il sapere e lo tramandiamo tramite la skolè, la scuola e fare cultura, imparare, non è semplicemente andare e “scaldare” il banco, è molto di più, è apprendimento». Il futuro della cultura appare comunque incerto, secondo Mirabella: «Non vedo un futuro radioso per la cultura, né in Italia né nel resto del mondo, perché oggi i saperi condivisi sono a rischio, minati da un eccesso di fiducia nella tecnologia, prima c’erano certezze con i dati empirici». Mirabella dalle lettere si è occupato di scienza, ma la sua vera passione è il teatro, tutto animato dalla curiosità, che dovrebbe, secondo lui, essere il punto di partenza di tutto.


La noia


Mirabella dice di non conoscere «la noia, non mi sono mai annoiato, ho sempre osservato e osservo tutto con curiosità e se per caso qualche rara volta mi capita di avere del vuoto in testa, vado a prendere libri, dischi, quadri, film, soprattutto i più vecchi. Sulla curiosità potrei portare mille esempi, come quello del barattolo di miele: mi piace sapere cosa c’è dietro, come si arriva al vetro o come si fa il miele, mi piace saperlo perché così posso scegliere meglio. Oppure la sedia, che nasconde tanti racconti, come potrebbero essere quelli dell’origine della necessità di sedersi. Manca oggi un po’ della curiosità, tipica dell’homo sapiens, gran parte dell’umanità trova noioso capire anche attraverso l’esperienza. Il racconto è la tradizione della storia». Uomo di grande cultura e infinita curiosità, e per sapere fino a che punto, si può capire dallo stesso Mirabella, con un aneddoto di moltissimi anni fa: «Ho sempre letto, da quando ho imparato a farlo. Mio padre un giorno ebbe un’idea goliardica: mettere sotto chiave i libri che voleva che leggessi. Io mi sono procurato una copia della chiave e li ho letti. Poi la mia curiosità si è indirizzata verso il teatro, sin da piccolo».

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