Dante e l’iconografia digitale, a Fermo la produzione dell’Istituto centrale per il patrimonio immateriale del ministero della Cultura

La mostra dedicata a Dante allestita nelle piccole cisterne romane a Fermo è un viaggio immersivo ed è visitabile fino al 27 marzo
La mostra dedicata a Dante allestita nelle piccole cisterne romane a Fermo è un viaggio immersivo ed è visitabile fino al 27 marzo
di Chiara Morini
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Lunedì 14 Marzo 2022, 11:09 - Ultimo aggiornamento: 9 Marzo, 21:27

FERMO - I personaggi della Divina Commedia in digitale: c’è tempo fino al 27 marzo prossimo per visitare “Paesaggi e personaggi della Commedia. Un’iconografia digitale”, la mostra multimediale allestita nelle piccole cisterne romane di Fermo. La mostra è prodotta dall’Istituto centrale per il patrimonio immateriale del ministero della Cultura, dall’accademia nazionale dei Lincei, e voluta dal Comune per un omaggio a Dante.

 
L’esposizione
Una “coda” delle celebrazioni dello scorso anno per i 700 anni dalla morte del Sommo poeta. All’interno tutta l’iconografia della Commedia: dalle miniature antiche alle illustrazioni del Settecento e dell’Ottocento, artisti contemporanei compresi. Tutto questo in un allestimento immersivo, suddiviso in tre parti, ciascuna per ogni cantica, nel suggestivo scenario delle piccole Cisterne. Il visitatore, grazie alle “holobox”, camere oscure multi-sensoriali, potrà vivere un’esperienza immersiva in alcuni passi celebri della divina commedia. Sia per l’Inferno, che per il Purgatorio, che per il Paradiso, basterà inserire il viso all’interno della camera oscura, e vedere le immagini che scorrono, accompagnate da suoni, e anche dalla cosiddetta tecnica del “fantasma di Pepper”, risalente al teatro del Seicento. Le immagini sono anche accompagnate e commentate da una fonosfera, e testi consultabili ai lati delle camere oscure. Nel percorso si può seguire la tragica vicenda di Paolo e Francesca, che Dante ha raccontato nel V canto dell’Inferno dedicato ai lussuriosi. La leggenda vuole che la storia si sia svolta nel castello di Gradara, con l’uccisione dei due amanti per mano del marito di Francesca, Gianciotto. Qui ci sono alcune letture artistiche tra le quali spiccano quelle dei francesi Gustave Dorè, Jean Auguste Dominique Ingres e Auguste Rodin che rappresentarono il bacio galeotto dei due amanti. In modo diverso: composto quello del pittore e più “scandaloso” nell’opera scultorea. Non poteva mancare Ulisse, che Dante mise tra i consiglieri fraudolenti condannati ad essere incapsulati dalle fiamme per l’eternità. Il momento dedicato a Ulisse rappresenta un confronto tra l’eroe antico e lo stesso Dante, entrambi animati da una forte sete di conoscenza. Qui le rappresentazioni sono di Henry De Groux, che ha fatto un ritratto del Poeta, e Arturo Martini, che ha scolpito Ulisse. A completare questo viaggio anche la riproduzione di opere di Alexader Rothaug e dello svizzero Arnold Boecklin. Alla fine della scena dantesca il vortice che inghiotte ogni cosa, rappresentato dal disegno di Duilio Cambellotti. 
Tra le quattro “holobox” dedicate alla terza cantica del Paradiso, spiccano la storia di Giustiniano, l’imperatore bizantino raccontato con i mosaici di Ravenna e la figura di San Francesco, così come da lettura di Giotto.

Nelle varie “holobox” ci sono anche i materiali della mostra “La biblioteca di Dante”, così come messi a disposizione dell’Istituto Centrale per il Patrimonio Immateriale. La mostra, curata da Roberto Andreotti e Federico De Melis, con le musiche di Francesco De Melis è visitabile dal venerdì alla domenica dalle 15,30 alle 20.

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