Enrico Ruggeri è partito alla grande
da Maiolati per "Un viaggio incredibile"

Selfie di Ruggeri e band dal palco di Maiolati
Selfie di Ruggeri e band dal palco di Maiolati
di Marco Chiatti
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Domenica 3 Aprile 2016, 19:06
MAIOLATI SPONTINI -  Parlare di un buon debutto è poco. Che le Marche portino fortuna per le partenze dei tour è ormai risaputo. Ma la data zero della tournée di Ruggeri sabato sera 2 aprile al Teatro di Maiolati Spontini (gremito come non mai) ha avuto un qualcosa in più. Quel quid che percepisci quando chi sale sul palco ha davvero qualcosa da dire. In musica e parole. Quando c’è proprio la voglia di suonare, di cantare, di raccontare. Ed ecco che allora il fatto tecnico passa in secondo piano. 

Una serata di grande intensità, per la soddisfazione dell’organizzatore Paolo Notari. Sul palco zero sbavature, neanche i classici inconvenienti del debutto, tutto è filato liscio, forse perché non era quello il problema, non era concentrata lì l’attenzione di Ruggeri e dei suoi musicisti. Del resto dobbiamo sempre ricordarci che stiamo parlando di un artista che ha pubblicato 32 album e venduto quattro milioni di dischi. Presenti fra il pubblico il grande ex campione dell’Inter Evaristo Beccalossi, con il cantautore albanese Ermal Meta e il giovane cantante Antonio Maggio, tutti reduci dalla partita della Nazionale Cantanti disputata nel pomeriggio a Fano. Seduti in platea anche l'on. Lodolini, il sindaco di Macerata Carancini e quello di Maiolati Domizioli.

Davvero un "Un viaggio incredibile" (come recita il titolo) il concerto di Ruggeri che parte subito ammaliando la platea con i brani del nuovo omonimo album, alcuni dei quali suonati al pianoforte. Emoziona la rivisitazione stupenda di Ta-pum, “in trincea” nella notte, con tanto di lanterna del soldato. Resta impressa nel cuore La badante, un quadro destinato a finire in una galleria di ritratti al fianco di classici come “Il portiere di notte”. Ruggeri mostra grande modernità nel rileggere “Prima del temporale” o “Polvere” in chiave underground, sporcandoli con sfumature indie, quasi a reinterpretare in chiave attuale la sua linea punk degli esordi. In mezzo anche una dedica a David Bowie, prima di passare alla dinamica uomo-donna descritta dalle due prospettive diverse con “Quello che le donne non dicono” (cantata per larghi tratti solo dal pubblico) e “Ti avrò”. “I dubbi dell’amore” ripropone sonorità elettroniche soft punk, mentre “Il mare d’inverno” sembra cantata con un’intensità particolare forse per via della vicinanza al luogo dove quella canzone è nata, Marotta. 

Il pubblico è ormai già tutto in piedi quando arriva il bis, decisamente rock. Applausi per “Il primo amore non si scorda mai”, successo della ottima performance sanremese. E tripudio finale con un tris d’assi calati a suggello di un concerto praticamente perfetto: “Peter Pan”, “Contessa”, “Mistero”. Non resta che l’immancabile selfie dal palco con il pubblico alle spalle, autografi e scatti per tutti, cena di fine concerto con amici e band, a brindare insieme al nuovo tour che parte.
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