L’obiettivo
«Uno degli obiettivi del gruppo è quello di cercare di attirare l’attenzione di un pubblico giovane. Ma poi ci accorgiamo che riusciamo a coinvolgere un po’ tutte le fasce d’età, i neofiti e chi ha un orecchio più esperto. Tutti restano attenti e concentrati durante il concerto e riescono a divertirsi», osserva Petrella, uno dei musicisti più innovativi della scena musicale italiana e internazionale. Tra i più talentuosi e riconoscibili trombonisti al mondo, Petrella è in grado di parlare a generazioni diverse, al pubblico jazz così come ai devoti della club culture. «Alcuni colleghi tralasciano questo aspetto che secondo me è molto importante per poter garantire un ricambio generazionale del pubblico che segue il jazz» prosegue Petrella. «L’approccio musicale deve essere diverso rispetto ad un jazz che può risultare perfino noioso al giovane o al neofita. E spesso il jazzista preferisce restare nella sua comfort zone musicale, senza esplorare territori più attuali. Inoltre, i jazzisti hanno un fortissimo senso critico verso gli altri generi musicali meno intellettuali, per cui risultano meno aperti verso nuove sonorità. E questo penalizza il pubblico giovanile. Ma bisogna anche dire che c’è un fiorente sottobosco, ancora poco visibile, formato da giovani jazzisti che nelle loro sonorità risultano molto contemporanei».
La scaletta
Ecco che la Cosmic Renaissance (Gianluca Petrella al trombone, tastiere e elettronica; Mirco Rubegni alla tromba; Simone Padovani alle percussioni; Federico Scettri alla batteria e Riccardo Di Vinci al basso elettrico) suona una musica per tutti.
Il gran finale
Quello della Cosmic Renaissance, l’evento è in collaborazione con il Festival dell’Appennino, è il penultimo concerto della rassegna JazzAP che si chiuderà a Monsampolo domenica 30 luglio con Tony Momrelle.