Saint-Berthélemy e gli altri: a spasso
nel mondo rincorrendo le costellazioni

Saint-Berthélemy e gli altri: a spasso nel mondo rincorrendo le costellazioni
di Lucilla Niccolini
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Mercoledì 22 Novembre 2017, 13:12
Notte serena e gelida di novembre. Il buio è totale. Anzi, è squarciato dalla luce delle stelle, fari del firmamento in cui gli occhi si perdono. Poi, un raggio laser si accende, a rincorrere le costellazioni, guidato dalla mano dell’astrofisico che, intabarrato come noi in un giaccone imbottito, racconta i miti che danno una ragione alle forme disegnate sulla volta, e poi le caratteristiche scientifiche. A 1.700 metri di altezza, su questa terrazza dell’Osservatorio Astronomico della Regione Autonoma Valle d’Aosta (www.oavda.it), per una volta ci si dimentica della Terra e si vola tra le stelle fredde.



Il cicerone del firmamento
Anche il gelo pungente crea l’illusione di aggirarsi in spazi iperurani, e questa passeggiata che facciamo con gli occhi dà l’emozione di un’utopia. Orione e Cassiopea, e laggiù in fondo le due Orse sorridono a noi, piccoli uomini intirizziti, ma troppo curiosi, troppo entusiasmati per tornare al caldo dell’aula didattica. Stiamo tra questi cannoni bianchi che mirano il cielo come soldatini interstellari. E quando il nostro cicerone del firmamento ci fa avvicinare un occhio, ci pare di poter toccare con le dita quella stella nel mirino.
Questa struttura è stata costruita anni dopo che un geniale astrofisico, Mario Fracastoro, si accorse che in cima al vallone di Saint-Barthélemy si davano convegno gli astrofili, persuasi da un’oscurità, irreperibile altrove, a corteggiare le costellazioni come solo i figli delle stelle sanno fare. Oggi, riceve la visita di 12mila persone l’anno, in prevalenza ragazzi, che scoprono un cielo che finora non avevano visto mai, neanche quando si sdraiavano sui prati a esprimere un desiderio al passaggio dello sciame di meteoriti attorno al 10 agosto. C’è pochissimo inquinamento luminoso in tutta la Valle d’Aosta. Tanto meno qui: due case e una chiesetta, un locale per i picnic domenicali. E ora, la cupola del Planetario, dove, quando il cielo è fosco, le scolaresche sciamano a osservare la geografia del firmamento. Per loro, le stelle finalmente non sono più le lucine che ruotavano proiettate dalla lampada sulle pareti della stanza di bambini. Sono divinità, che li guardano, e attorno a esse sono tanti gli studiosi che dedicano una vita. Chissà che qualcuno di questi ragazzi non ne faccia, dopo questa visita, il centro della propria vita professionale, tanto forte è la passione che la loro guida esperta gli ha saputo trasmettere.

Guardando la Via Lattea
Una visita a un osservatorio, ricco com’è di attrezzature per guardare da vicino la Via Lattea, con quell’imponente telescopio che del cannocchiale di Galilei non ha più le fattezze, è una gita al quadrato: non solo sulle gambe, a perlustrare un luogo che neanche si immaginava che esistesse. Ma soprattutto un viaggio tra le stelle, che da questo momento in poi non saranno più fredde. Amiche di ogni notte, le torneranno a cercare ogni volta che la luce dei terrestri si attutisce, lontani dalle città. E forse, da grandi, lanceranno l’idea della luna di miele da trascorrere vicino a un altro osservatorio, in giro per il mondo, per riprovare ancora una volta l’emozione di quella notte in Valle d’Aosta.



Al Supernova di Monaco il cielo al computer
Sarà inaugurato a marzo il Planetario Supernova dello European Southern Observatory, presso Monaco di Baviera. In un planetario tecnologicamente molto sofisticato come questo, il cielo è ricostruito al computer. Il Supernova illustrerà ai visitatori le ricerche effettuate dai telescopi di ESO in Cile, i più produttivi al mondo, con una resa visiva spettacolare.
Info Tel. +49 89 3200 6655. Cell. +49 151 1537 3591. Email: rhook@eso.org www.eso.org/public/announcements/ann17079
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