Valentina Vezzali: «La scherma, i figli
e i tacchi: rinascita dopo separazione»

Valentina Vezzali: «La scherma, i figli e i tacchi: rinascita dopo separazione»
di Talita Frezzi
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Lunedì 2 Luglio 2018, 14:00 - Ultimo aggiornamento: 22 Giugno, 18:32

Sorride davanti a un caffè, ma niente dolcini, non li guarda nemmeno. Anche se sono quelli della miglior pasticceria della sua Jesi. Valentina anche fuori dalla pedana continua a essere ligia al dovere, come se le regole ferree grazie anche alle quali ha costellato la sua straordinaria carriera di 26 medaglie vinte in ogni competizione possibile che l’hanno resa la sportiva italiana più medagliata di sempre, le siano rimaste sottopelle. Insomma, a tre anni dalla conclusione della sua carriera sportiva, Valentina Vezzali è ancora dentro alla scherma. Ed è ancora una fiorettista.



«Era il mio sogno»
«Era il mio sogno, una volta scesa dalla pedana e smesso di combattere, restare in quel mondo, il mio mondo e viverlo a livello dirigenziale per permettere a ogni atleta di ottimizzare le sue performance – racconta la campionessa – quindi sono rientrata come vice direttore tecnico delle Fiamme Oro e responsabile del settore giovanile a Tor di Quinto, Tiburtina e Livorno, sia come dirigente federale. Visto da dentro, è un meccanismo fantastico e perfettamente coordinato in cui l’atleta più maturo accompagna il giovane nella crescita sportiva. È un mondo nuovo. Dopo 36 anni di scherma, anche se la pedana mi manca, viverlo da dirigente è molto bello: osservo, scopro i nuovi talenti e promuovo progetti per far conoscere questo sport meraviglioso».



L’ora dei figli
«Sono mancata tanto, sempre in viaggio per il mondo a gareggiare – continua la Vezzali – e ora che gli impegni ci sono ancora ma in modo diverso, quando sono a casa cerco di essere una madre a tempo pieno. Punto molto sulla qualità del tempo che dedico ai miei figli, non sulla quantità. E quando non c’ero, ho potuto sempre contare su mia madre Enrica, il motore di tutto, cui Pietro e Andrea sono legatissimi. Poi hanno il padre, da cui Pietro (oggi ha 13 anni) ha ereditato la passione per il calcio. Mentre Andrea, che è più piccolino (ne ha 5), spero tanto che segua me in pedana. L’ho portato 3 giorni agli assoluti di Milano sperando di farlo innamorare del fioretto...ma li lascio liberi di scegliere».



I due occhi di Valentina
Pietro e Andrea sono tutto per lei, che oggi si dedica interamente alla famiglia. «Sono l’uno il mio occhio destro, l’altro l’occhio sinistro – dice ancora – e grazie ai miei figli riesco a guardare il mondo con serenità e speranza. A Pietro sono riuscita a trasmettere un po’ di curiosità e forse di passione per la politica, l’ho portato a Montecitorio e dice sempre che da grande farà il Presidente del Consiglio!». Una vita nuova quella che attende ora Valentina Vezzali, la più grande schermitrice di sempre. Una vita fuori dalla pedana, lontana dalla politica (è stata deputato eletta nel 2013 con Scelta civica) ma anche con una separazione dal marito Domenico Giugliano, ex calciatore professionista.

La dolorosa separazione
«Siamo separati ma i figli sono la cosa più importante per noi, quindi il nostro rapporto è molto sereno. La domenica mangiamo insieme e lui può vedere i bambini ogni volta che vuole. Anzi, in questo periodo andiamo più d’accordo di prima..e vogliamo continuare a farlo per i figli». Un nuovo amore? Non ci pensa neanche, in realtà non avrebbe tempo. «Voglio esserci per Pietro e Andrea, loro sono i miei amori. Poi con gli impegni federali e per le Fiamme oro, i progetti e tutto il resto....beh diciamo che adesso non ci penso. E se Mimmo ha qualcuna o meno, proprio non lo so...».
Smessa la tuta azzurra, tolta la maschera, deposto il suo famigerato fioretto, ora per affondare stoccate potrebbe usare solo i tacchi che indossa rigorosamente a spillo. La nuova Vale, quella senza scarpe da tennis, è ultrafemminile.

La nuova Valentina
«Mi hanno detto tutti che ora sono diventata più donna – aggiunge – e infatti smessi i panni dell’atleta che si allenava per 6 ore al giorno, ho più tempo per me, per curarmi e per il mio benessere. Lo ammetto, uso anche io quelle creme per il viso e per il corpo, ho riscoperto i tacchi alti ma solo a spillo, e ho più occasioni per mettere abitini, per mischiare il casual con l’elegante fino al tailleur. Ho scoperto un’altra me e cerco di curare di più la mia femminilità». Valentina è anche un personaggio televisivo, partecipa a “Ballando con le stelle” ballando in coppia con il ballerino professionista Samuel Peron. «E’ nata una splendida amicizia. Mi sono divertita, è un bel mondo. Non disdegnerei altre esperienze del genere».

La responsabilità del personaggio
«Essere un personaggio è una responsabilità, ti consente di veicolare messaggi positivi attraverso il tuo volto. Sono testimonial Aism e partecipo spesso e volentieri a eventi solidali, per parlare della scherma ma anche di sicurezza, regole e benessere. Sono stata ad Ancona con la Guardia Costiera per parlare di sicurezza in mare, ho partecipato ai Giochi senza Barriere organizzati dalla mamma di Bebe Vio a Roma, dove ho incontrato Paola Turci e Martina Colombari... A settembre prenderò parte a un progetto nazionale per portare la scherma paralimpica a Jesi e spero di coinvolgere una grande atleta come Alessia Polita, con la sua grinta la vedrei bene a tirare di sciabola».



La fede
Fortemente credente, Valentina ha un rapporto molto intimo con la preghiera. Con così tante vittorie, tante volte gli occhi rivolti al cielo, la sua fede l’ha sempre accompagnata. Ha incontrato Papa Francesco, che l’ha ricevuta insieme ad altri personaggi del mondo della tv e dello sport, dopo la trasmissione in onda su Tv2000 organizzata da don Marco, cappellano del carcere di Padova con cui ha commentato il Padre nostro. «Papa Francesco è una persona umile, eccezionale, capace di trasmettere grandissimi valori – conclude – e poi è molto social, ha anche fatto dei selfie con noi..». Più social il Papa della stessa Valentina, che con i selfie proprio non va d’accordo. «Le foto sì, ma con gli amici, i figli e per catturare momenti importanti e ricordi...le pose no, sono troppo per me!».

Il mito
Infatti di foto con personaggi, sportivi, amici ne ha tantissime.

La difficoltà è trovarne da sola. Tra i mille incontri ce n’è uno che l’ha colpita: quello con la campionessa Sara Simeoni, medaglia d’oro alle Olimpiadi di Mosca del 1980, primatista del mondo nell’atletica leggera nel salto in alto (con 2,01) . «Per me lei è un mito, davvero. La guardo ancora con gli occhi di una bambina che si trova davanti al suo idolo».

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