Offagna, oh che bel castello, sospeso
nelle tinte pastello tra mare e Conero

Offagna, oh che bel castello, sospeso nelle tinte pastello tra mare e Conero
di Lucilla Niccolini
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Mercoledì 7 Febbraio 2018, 14:56
Sono passati trent’anni da quando il borgo di Offagna ha riscoperto le sue origini medievali. Uno dei venti castelli di Ancona, tra i meglio conservati, ha trovato valorizzazione turistica per merito dei suoi cittadini. Per preparare le Feste Medievali, che si tengono a luglio, i quattro rioni Croce, Sacramento, San Bernardino e Torrione lavorano tutto l’anno alla rivisitazione della vita quotidiana di un antico borgo, e quindi a cucire abiti dell’epoca e a organizzare eventi spettacolari. Moneta corrente, in quella settimana, è il cresciolo, dal nome della crescia: la piadina locale dà il nome al monte in vista di Offagna, così detto per la cima appiattita.
 


Storia ed eccellenze
La tradizione è stata rafforzata dalla fondazione, nel 1992, dell’Accademia della Crescia. Nel suo statuto figura la valorizzazione della storia offagnese e delle sue tante eccellenze. Tra tutti, l’architetto Andrea Vici, che nel ‘700 ha dato a Offagna la sua seconda anima, neoclassica. A lui si deve l’imponenza del monastero di santa Zita o delle Salesiane, addossato come una fortezza al mastio della Rocca, affacciato sul Vallone. E lì accanto, in posizione strategica, all’incrocio di tre strade, l’elegante chiesa del Sacramento che, oggi restaurata, è luogo di incontri culturali. A lui si devono anche il disegno del presbiterio e della canonica della chiesa parrocchiale di San Tommaso, che sormonta la piazza centrale, davanti al Municipio, e il restauro della chiesetta di santa Lucia, all’ingresso del paese verso Ancona. Agli occhi del visitatore, le epoche e gli stili si susseguono nella passeggiata, elegantemente integrati in volumi austeri, merli ghibellini e facciate neoclassiche. All’interno, nelle nobili sale del convento, ci attendono tre musei: armature da battaglia rinascimentali, la storia recente della Liberazione e la ricca collezione del naturalista Luigi Paolucci. E uscendo di nuovo sugli spalti, dalla cima del mastio, la campagna si distende con tinte pastello fino al Cònero e al mare.
 
Guerra e natura negli scrigni dei musei
Il Museo della Rocca espone armi antiche e la collezione di reperti curata dalla Soprintendenza Archeologica “Cacciatori e guerrieri dalla pietra all’acciaio”. Nel monastero delle Salesiane, il Museo della Liberazione racconta la conquista del monte della Crescia, a opera del 2° Corpo Polacco, primo passo verso la liberazione dell’Anconetano dai tedeschi. Infine il Museo Paolucci è esposizione delle collezioni paleontologiche, mineralogiche, zoologiche e botaniche dello studioso anconetano Luigi Paolucci (1849-1935). Info: 071.7107005.
 
Fin sul Torrione per fare la guardia
Il Torrione medievale vicino alla Rocca di Offagna, posizionato nella parte orientale di piazza del Maniero, faceva parte della fortificazione di guardia intorno alla Rocca principale e probabilmente fu costruito nello stesso periodo della Rocca (1454). Il Torrione era merlato e forse chiuso con una copertura come la maggior parte dei torrioni medievali. La merlatura era ancora presente agli inizi del 1900, come risulta da una vecchia foto, e la sua funzione era quella di controllo e di guardia per quanto riguarda il territorio nord-est.
 


A tutta crescia
Un tempo si diceva: «A Offagna, chi non ce porta nun ce magna», forse perché il borgo non offriva ospitalità culinaria. Oggi si moltiplicano i locali. E da sempre, si prepara la crescia, piadina da accompagnare con “foie de campo”, le saporite erbe selvatiche.
Info www.festemedievali.it.
 
Collaboratore del Vanvitelli
Arceviese, collaboratore del Vanvitelli, Andrea Vici fu chiamato nel 1766 dal fratello Girolamo, parroco di Offagna, a progettare gli edifici sacri che, con la Rocca, ne costituiscono la scenografia. È autore anche della non lontana Villa di Montegallo.
Info www.comune.offagna.an.it.
 
A Villa Malacari  Rosso Cònero e Verdicchio
Vino e storia, a Villa Malacari, sulla strada di accesso al paese. Residenza di campagna dei conti Malacari di Grigiano, fu costruita nel 1668. Villa-fortezza in mattoni, su due piani nell’area centrale e su tre ai lati, è chiusa da un alto muro in pietra arenaria decorata da due scaloni ricurvi. Attorno alla residenza si sviluppano cantine, magazzini del grano, frantoio, stalle e falegnameria. Nel giardino resistono alberi secolari. Le cantine ospitano, sotto volte a crociera e a botte, l’antica azienda vinicola che produce pregiati Rosso Cònero e Verdicchio.
 
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