Anna Maria Alberghetti, da Pesaro a
Broadway e poi fino a Hollywood

Anna Maria Alberghetti
Anna Maria Alberghetti
di Antonio Luccarini
4 Minuti di Lettura
Domenica 5 Novembre 2017, 18:07
Oggi il suo nome è uscito dalla visibilità che offre di solito offre la scena mediatica e sono pochi ,soprattutto in Italia, a ricordare il notevole successo e la grande notorietà nel mondo dello spettacolo americano, ottenuti dalla bella soprano di origine marchigiana, Anna Maria Alberghetti. Eppure il suo nome ,soprattutto negli anni ’50 e ’60, ha campeggiato trionfale sia nelle facciate dei più importanti teatri di Broadway che nei cartelloni delle più frequentate sale cinematografiche degli U.S.A. ed è –per la critica specializzata e per i suoi vecchi fan- associato per sempre a premi prestigiosissimi come il Tony Award, da lei vinto nel 1962 per la sua magnifica interpretazione nel musical “Carnival”. 

Una pesarese doc
Anna Maria Alberghetti che ancor oggi è in grado di esibire le 81 primavere alle spalle in forma splendida racconta come in tutta la sua vita non ci fosse mai stato un solo momento vissuto lontano dalla musica. D’altra parte il padre Daniele Alberghetti era stato un discreto cantante dalla voce baritonale e, nel contempo, uno stimatissimo violoncellista che aveva avuto occasione di lavorare sia al Teatro della Scala che all’Opera di Roma, mentre la madre Vittoria era stata una valente pianista che aveva insegnato nella Scuola Regia Musicale di Rodi. La bambina prodigio, dotata di una limpida voce da soprano, entrata nell’adolescenza, passata la terribile tempesta bellica che aveva sconvolto il mondo, sotto la guida sollecita dei genitori, aveva maturato ed affinato le sue doti canore e quando, nell’aprile del 1950, ebbe modo di eseguire a New York nel tempio sacro dello spettacolo musicale, la Carnegie Hall arie verdiane ottenne un’accoglienza trionfale. Stessa reazione fu ripetuta dopo la sua esibizione al Lewishon Stadium, davanti ad un pubblico di 13.000 spettatori. Era veramente nata una stella e le richieste dei teatri americani erano state così numerose che l’intera famiglia decise allora di restare per sempre negli Stati Uniti. C’è da aggiungere che Annamaria non si limitava ad essere soltanto una valente cantante lirica: lei riusciva ad incantare il pubblico - e di questo si accorsero subito i produttori - con la sua avvenenza e la sua grazia interpretativa. 

Subito sul grande schermo
Già l’anno dopo il compositore Giancarlo Menotti volle dirigerla nel film-opera “Il medium” che era la trasposizione filmica di un suo lavoro teatrali. Hollywood la volle quale interprete di alcune produzioni di grande richiamo in cui potevano essere messe in risalto la bellezza e le capacità vocali della giovanissima artista italiana. Con Frank Capra Anna Maria girò “È arrivato lo sposo”, mentre Norman Taurog la diresse ne “Il cammino delle stelle” in cui interpretava una giovane rifugiata polacca dotata di una splendida voce. Nei film che seguirono, da “Alamo” a “Combattimento ai pozzi apache”, da “10.000 camere da letto” a “Il Cenerentolo” l’Alberghetti rinunciò a parti canore per mettere in risalto le sue doti di attrice comica e drammatica al fianco di attori come Dean Martin, Sterling Hayden, Jerry Lewis. Ma non solo il grande schermo: per lei i produttori di Broadway pensarono a grandi musical da portare sui palcoscenici dei più prestigiosi teatri. 

Diva del teatro musicale
E sulla scena Annamaria si rivelò una straordinaria stella del teatro musicale: il suo percorso fu veramente osannato dal pubblico e dalla critica. Contemporaneamente agli impegni teatrali la bella attrice-soprano marchigiana volle tentare la strada della televisione, comparendo in programmi di grandissimo ascolto come The Ed Sullivan Show, The Colgate Comedy Hour, The Garry Moore Show, ricavandone, come premio principale, una grandissima popolarità. E nel mondo della televisione Anna Maria incontrò l’amore nella persona del produttore Claudio Guzman con cui si sposò nel 1964. Il matrimonio e la nascita di due amatissime bambine la fecero decidere di scrivere la parola fine alla sua carriera nel mondo dello spettacolo. Soltanto dopo il divorzio dal marito, avvenuto nel ‘74, l’attrice riprese a fare televisione, cinema e teatro, ma con meno passione perché sentiva che non doveva sottrarre tempo ai suoi compiti di madre. 

Italiana fino in fondo
Anche se da anni aveva la cittadinanza americana e gli Stati Uniti erano ormai il punto di riferimento geografico, sentimentale ed ideologico della sua vita, riguardo ai valori di fondo, Anna Maria era - ed è restata - intimamente l’italiana che, ovunque possa andare nel mondo, qualunque professione possa intraprendere, vuole mantiene al primo posto, tra gli imperativi morali da seguire, il richiamo famigliare. L’ultimo suo lavoro a Broadway risale al 2007 con la brillante partecipazione a “Senior Class”. 
 
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