Marche, per i nuovi ospedali i costi sono alle stelle e si allungano i tempi: ecco la situazione

di Martina Marinangeli
Martedì 24 Ottobre 2023, 02:30 - Ultimo aggiornamento: 26 Ottobre, 07:41 | 2 Minuti di Lettura

NUOVO INRCA (ANCONA) - Nell’assestamento di bilancio 13 milioni slittano al 2025

L’obiettivo è quello di inaugurare il nuovo Inrca entro il 2025. Ma dato che si parla del cantiere “maledetto” per eccellenza, i dovuti scongiuri sembrano d’obbligo. Era il lontano
2014 quando venne posta la prima pietra della nuova struttura che aspira a diventare l’ospedale di rete di Ancona sud per alleggerire la pressione sul nosocomio di Torrette. L’anno prossimo, il cantiere spegnerà la sua decima candelina e, per quanto negli ultimi anni i lavori siano andati avanti in maniera più spedita, il traguardo slitta sempre un po’ più in là. Nell’assestamento di bilancio 2023/2025 che oggi approda sui banchi del Consiglio regionale per l’approvazione, i 13.450.000 di risorse aggiuntive che Palazzo Raffaello aveva inizialmente stanziato per il 2023 sono state spostate al 2025. Si allungano i tempi e aumentano i costi, insomma. Se l’investimento originario ammontava a 79.500.000 euro, le varianti progettuali - tra cui quella necessaria per l’adeguamento delle normativa anti Covid su numero di posti letto in terapia intensiva e sub intensiva, e sui percorsi di accesso separati - nel frattempo hanno portato il totale a 160 milioni di euro, a cui si aggiungono i 15 milioni per migliorare l’accessibilità viaria alla struttura. Il nuovo Inrca si sviluppa su una superficie di 61mila metri quadri, distribuiti su quattro piani (più un quinto per l’elisuperficie) e altri 1.500 mq esterni destinati a ospitare la centrale termica e l’impiantistica tecnologica. I posti auto disponibili saranno 800. Per lungo tempo i lavori sembravano essere paralizzati, vittime di una tempesta perfetta: il cronoprogramma iniziale parlava del completamento dell’immobile entro il 2016, ma poi l’iter per la sua realizzazione si è impantanato in una lunga serie di sventure legali, economiche e finanziarie che hanno coinvolto le quattro ditte avvicendatesi dal 2012 al 2020 alla guida del cantiere. Negli ultimi due anni, la struttura ha iniziato a prendere forma, ma dopo 10 anni non scorrono ancora i titoli di coda.

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