Fano: allarme vespe, calabroni e tafani. Quando il pericolo è nascosto in casa

Fano: allarme vespe, calabroni e tafani. Quando il pericolo è nascosto in casa
Fano: allarme vespe, calabroni e tafani. Quando il pericolo è nascosto in casa
di Osvaldo Scatassi
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Martedì 2 Agosto 2022, 03:15 - Ultimo aggiornamento: 3 Agosto, 17:08

FANO - Allarme vespe e calabroni nelle case. Ne sanno qualcosa i vigili del fuoco: protetti dall’apposita tuta, effettuano frequenti interventi per liberare le abitazioni da questi insetti temuti per il dolore che può infliggere la loro puntura.

«La media è di 4 o 5 chiamate al giorno in tutta la provincia, ma abbiamo avuto anche picchi fino a 10 richieste», spiegano gli operatori. Per Fano e il suo entroterra, la punta massima è di 3-4 episodi al giorno.
Vespe e calabroni prediligono costruire i loro favi nei cassettoni delle serrande e nei comignoli. Quando lo fanno, si considera che si crei un pericolo immediato per le persone e di conseguenza sono i vigili del fuoco a doverlo scongiurare.

Le protezioni

Gli operatori utilizzano una sorta di scafandro, che protegge l’intero corpo dal rischio di punture, e a queste temperature è un’afflizione il solo fatto di indossarlo.

Precauzione necessaria, però. Quando si ritengono infastiditi, calabroni e vespe possono infatti attaccare anche in gruppo. Se non c’è condizione di pericolo, i privati devono attrezzarsi con le ditte specializzate nella disinfestazione. La bella stagione è il periodo della riproduzione, ma al conseguente incremento demografico non corrisponde uno scarto di aggressività di questi insetti nei confronti degli esseri umani. Almeno a giudicare dal numero degli shock anafilattici provocati dalle tossine degli imenotteri (ordine cui appartengono calabroni, vespe e api), di solito non più di un caso al mese da quanto risulti ai pronto soccorso di Marche Nord. L’episodio più recente a Fano, durante il luglio scorso. Consiglio del medico di base: chi voglia essere sicuro, porti con sé antistamico e cortisone, da usare subito in caso di necessità sia in crema sia in pillole. A coloro che sono più esposti al pericolo di shock, è prescritta l’adrenalina.

La siccità

«Più del caldo – afferma il naturalista fanese Cristian Gori – vespe e calabroni soffrono la siccità. Proprio nei giorni scorsi ero a Montecchio nelle vicinanze di un laghetto a Montecchio, invaso da vespe alla ricerca di acqua. La siccità non rende più aggressivi, però, né le vespe né i calabroni. Diventano minacciosi, come tanti altri animali, solo quando ci si avvicina al loro nido. Ne approfitto per sgomberare il campo sul presunto arrivo della cosiddette vespe assassine: qui non ce ne sono affatto. C’è la Vespa orientalis che, pur essendo autoctona, per il suo nome è confusa con la Vespa mandarinia, il calabrone gigante asiatico».
All’ufficio comunale per l’ambiente risultano nella norma gli interventi di disinfestazione negli spazi pubblici. Durante i mesi caldi sono molto attivi anche gli altri insetti: in alcuni casi le punture hanno provocato febbri (a scanso di equivoci non era Covid) guarite in pochi giorni dopo l’accesso al pronto soccorso. Un altro doloroso fastidio di stagione, ma in mare: il contatto con le meduse urticanti e la puntura della tracina. Nel secondo caso il consiglio degli esperti è: rimuovere l’aculeo, immergere il piede in acqua calda (35-40 gradi) e un’abbondante dose di aceto. L’aceto va bene anche per tamponare l’ustione lasciata dalla medusa: pulire però con acqua di mare e non con acqua dolce o ammoniaca. I pochi accessi al pronto soccorso sono il più delle volte conseguenza di errati trattamenti fai-da-te.
 

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