PESARO- Si mappano i sanitari che mancano all’elenco dei vaccinati per sollecitare quanti ancora non lo hanno fatto a produrre documentazione ad hoc che giustifichi la mancata vaccinazione o, in caso contrario, a fare in modo di vaccinarsi al più presto in base ai modi e ai tempi che dovranno essere indicati dagli stessi e trasmessi per conoscenza a Regione Marche e Asur.
In questi giorni l’Asur Marche attraverso il Dipartimento di Igiene e Sanità pubblica dell’Area Vasta 1 sta monitorando in tutto il Pesarese chi ancora non risulta essere all’interno dei sistemi informativi vaccinali della Regione Marche, tra effettuazione o richiesta di prenotazione della vaccinazione.
Ciò in ottemperanza al decreto legge del primo aprile scorso, n.44 inerenti le disposizioni in ordine all’obbligo vaccinale per la prevenzione dell’infezione da Covid per chi esercita le professioni sanitarie e gli operatori di interesse sanitario. L’articolo 4 del decreto legge prevede infatti l’obbligo di sottoporsi a vaccinazione per chi svolge la propria attività presso le strutture sanitarie, socio sanitarie e socio-assistenziali, pubbliche o private, nelle farmacie, parafarmacie o studi professionali. Pertanto ai nominativi che a tutt’oggi non risultano nei sistemi informativi vaccinali stanno arrivando in questi giorni delle lettere in cui si invitano, entro cinque giorni, gli interessati a inviare la documentazione necessaria relativa o a vaccinazione già effettuata o prenotata, oppure la richiesta di vaccinazione. Per ora si tratta di un accertamento “bonario”. In mancanza dell’invio della documentazione richiesta, la Regione Marche inviterà successivamente tutti gli operatori sanitari non ancora vaccinati a farlo indicando modalità e termini. Stando agli ultimi report in possesso della Regione Marche la percentuale dei medici e degli infermieri vaccinati negli ospedali come Marche Nord è molto alta, così come alta è la percentuale dei medici di base. Ma le percentuali cambiano e si abbassano -anche in maniera sostanziale - per altre categorie, come gli operatori socio sanitari o chi lavora in strutture assistenziali. Diversi dipendenti del Pesarese sono già sul piede di guerra e hanno già trovato, in alcuni sindacati, la possibilità di una adeguata assistenza legale. Il coro: «Se non ci faranno più lavorare, con l’attuale organico di personale già ridotto all’osso, come andrà avanti la sanità?».
Profilo Abbonamenti Interessi e notifiche Utilità Contattaci
Logout