L'architetto Ferri: «Case Bruciate meglio di Muraglia per dimensioni e infrastrutture»

La struttura dell'ospedale inserita nell'area di Case Bruciate
La struttura dell'ospedale inserita nell'area di Case Bruciate
di Lorenzo Furlani
4 Minuti di Lettura
Lunedì 8 Novembre 2021, 09:04

PESARO - Un massiccio blocco verticale di edifici dal forte impatto sul territorio invece di strutture orizzontali integrate nell’ambiente. E un carico pesante di traffico attratto su tre sole vie di accesso, di cui due già sature e perlopiù non allargabili, invece di essere distribuito su cinque grandi strade. Se la scelta deve essere tecnica sembrano esserci pochi dubbi su quale sia la soluzione migliore tra le aree di Muraglia e Case Bruciate quale sito del nuovo ospedale, secondo l’analisi dell’architetto Francesco Ferri che, su una questione di cui sottolinea di essersi sempre interessato, segnala «che la prima cosa che appare del tutto evidente è come per dimensioni e infrastrutture il sito di Case Bruciate sia enormemente più dotato» di quello di Muraglia.


Due aspetti negativi
Mettendo in gioco competenze innanzitutto architettoniche ma con strette implicazioni urbanistiche e ambientali, l’architetto Ferri ha focalizzato gli elementi salienti delle due ubicazioni rappresentandoli in una comparazione grafica e di simulazione fotografica. In relazione a Muraglia, nel passaggio centrale della sua argomentazione tecnica, evidenzia che «costruire in modo così denso ha due aspetti negativi: il primo è quello di generare edifici accorpati, possenti, con parcheggi multipiano e un altissimo impatto paesaggistico, il secondo è quello di generare architetture con ambienti poco piacevoli, illuminati peggio e con meno spazi verdi. Al contrario avere più superficie significa poter attuare strategie per realizzare edifici più piacevoli per chi li frequenta e meno impattanti per il paesaggio».

Costruire sul costruito
Francesco Ferri destruttura anche la narrazione del “costruire sul costruito”, spesa a favore di Muraglia, rivelando che, secondo il pensiero dello stesso sindaco Ricci, il concetto è correttamente inteso anche per aree che abbiano una datata destinazione edificabile. Inoltre, Ferri rivela che il nuovo ospedale a Muraglia distruggerebbe un parco dotato di tanti grandi alberi.

Quelle 5 grandi strade
«A Case Bruciate - osserva l’architetto per le infrastrutture - con le opere di compensazione autostradali si avranno ben cinque strade di collegamento, arterie di grandi dimensioni e capaci di “distribuire” bene il traffico. A Muraglia i collegamenti saranno tre, con un “concentramento” su via Flaminia, via Lombroso-Ardizio, piccole, non potenziabili, già al collasso e sulla nuova bretella che, è bene ricordare, sarà solo a due corsie. L’aspetto dimensionale ha delle implicazioni meno intuibili ma altrettanto fondamentali. Il Prg su Muraglia ha previsto che in futuro si potranno edificare fino a 250.000 metri quadrati su un terreno di 90.000 metri quadrati. Un indice incredibilmente “pesante” se ad esempio si pensa che l’ospedale di Torrette con 150.000 mq di edificato si trova su area di 240.000 mq».

La qualità degli spazi
«A Case Bruciate - sottolinea Ferri - l’area che potrebbe essere disponibile nel tempo è fino a 290.000 mq totali.

E’ stato inserito a Case Bruciate (nella rappresentazione fotografica, ndr) il progetto di un moderno ospedale in fase di realizzazione in Scandinavia per dimostrare come un’architettura più orizzontale sia capace di generare un bassissimo impatto sul paesaggio e migliorare la qualità degli spazi ad esempio attraverso tetti giardino e ampi spazi verdi. In questo senso l’ampio spazio consentirebbe ad esempio anche la collocazione di una fascia di bosco tra l’abitato e l’ospedale. A Muraglia invece l’impatto sul pregevole paesaggio del colle Ardizio sarebbe pesantissimo e irreparabile. Un’altra considerazione è quella per cui nel momento in cui Fano conserva e potenzia il suo nosocomio, diventa molto più strategico distribuire i presidi nel territorio collocando l’ospedale di Pesaro a Case Bruciate per meglio servire i popolosi comuni della Valfoglia e di Gabicce». 

L’interferenza archeologica
«Non si possono tralasciare aspetti importanti sul sito di Muraglia - evidenzia l’analisi -, come l’alto rischio di interferenza archeologica che potrebbe dilatare molto i tempi, nonché tutta la tematica della sicurezza idrogeologica, soprattutto in considerazione dei piani interrati, perché esistono ampie zone con rischio di esondazione massimo R4, esattamente confinanti con l’area di intervento. Infine è importante puntualizzare un aspetto: sia a Muraglia che a Case Bruciate si può parlare di “costruire sul costruito”. Questo concettualmente lo ha sancito di fatto il sindaco stesso in un suo intervento consigliare del 2019, a difesa della previsione edificatoria sulla zona della Celletta, in cui chiariva che questo “concetto” vale per i suoli edificati e in pari modo per i suoli che presentano una vecchia previsione edificatoria, esattamente come Muraglia nel primo caso e Case Bruciate nel secondo».

Un parco con grandi alberi da distruggere
«Non solo, mentre l’area di Case Bruciate è completamente libera a Muraglia sull’area di intervento verrà abbattuto di fatto un parco con centinaia di grandi alberature che occupano il 45% del suolo. Gli edifici, invece di costituire un ingente costo, dovuto alla demolizione e al ricollocamento dei loro servizi ospedalieri - conclude l’architetto Francesco Ferri -, possono essere un grande valore se convertiti per il potenziamento della funzione di Rsa, essendo ideali proprio per la piacevolezza del parco e dei suoi spazi verdi».

© RIPRODUZIONE RISERVATA