CATTOLICA Il fumo nero, denso, acre, è arrivato fino a Gradara. Ha avvolto strade, coperto porzioni di cielo e cercato di entrare nelle case. Erano le 9.40 quando è fuoriuscito dal cantiere cattolichino della Ferretti Yachts, al 62 di via Irma Bandiera, sul ponte canale che divide la Romagna con Gabicce. A sprigionare quella nuvola è stato un incendio spaventoso scaturito da un corto circuito avvenuto a bordo di uno yacht gioiello, da 30 metri e circa 10 milioni di euro di valore, pronto alla consegna fissata per il 15 gennaio. Era ancora a secco, all’interno del capannone. Gli operai dovevano solo ultimarne gli arredi.
Compromesse altre due imbarcazioni di lusso, vicine al rogo, e diverso materiale. Salvi, invece, cinque natanti in consegna a febbraio. Evacuate 150 persone tra operai e amministrativi. Alcuni piangevano. Tutti, impietriti, sono rimasti prima davanti allo stabilimento e poi al di là della strada ad osservare inermi il lavoro di mesi andare in fumo. Nessun ferito, nessun intossicato: sono le uniche buone notizie. Difficile stabilire, infatti, sia il reale danno economico che il reale impatto di quella nuvola di fumo almeno su Cattolica e Gabicce, densamente popolate in quella zona, così come sul fiume Tavollo. L’Arpam, l’Agenzia Regionale per la Protezione dell’Ambiente della regione Marche, ha invitato i residenti delle zone limitrofe «ad adottare le opportune misure di precauzione specialmente tenendo chiuse le finestre per impedire l’afflusso dei fumi». La stessa cosa ha fatto il Comune di Cattolica con una ordinanza sindacale urgente a «tutela preventiva», in «via assolutamente cautelativa», vista «la potenziale nocività dei fumi emessi, pur in assenza di elementi di effettiva dannosità per la saluta umana», intimando «alla cittadinanza, per 48 ore, di tenere le finestre delle proprie abitazioni chiuse e di limitare gli spostamenti allo stretto necessario, soprattutto nelle zone prospicenti i cantieri navali». Si confida nel vento forte e moderato previsto in queste ore.
La scintilla fatale sarebbe stata causata da un corto circuito nella cabina dell’equipaggio. È bastato poco: le fiamme hanno azzannato l’imbarcazione, costruita in buona parte con vetroresina e legno, in una morsa fatale, violentissima e contagiosa. A nulla è servito il disperato primo tentativo con gli estintori degli operai presenti e il successivo immediato allarme. Sul posto sono subito intervenuti i Vigili del Fuoco di Cattolica con due autobotti raggiunte poi da altre due squadre, dal Comando di Rimini, con altrettanti mezzi. Le squadre intervenute dei Vigili del Fuoco sono riuscite a domare le fiamme, a fatica, solo dopo diverse ore. L’area è stata poi messa in sicurezza intorno alle 19 ma le operazioni di bonifica, invece, sono continuate fino a tarda notte.
A sostegno anche i mezzi aeroportuali - hanno sparato schiumogeni imbiancando, fatalmemente, anche il Tavollo - e una ulteriore autobotte da 18mila litri.