Funerale a Fossombrone, una canzone e palloncini in cielo per Filo: «Ci rincontreremo ancora». La Cattedrale non contiene tutta la folla

Una canzone e palloncini in cielo per Filo: «Ci rincontreremo ancora, chissà dove». La Cattedrale non contiene tutta la folla
Una canzone e palloncini in cielo per Filo: «Ci rincontreremo ancora, chissà dove». La Cattedrale non contiene tutta la folla
di Osvaldo Scatassi
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Mercoledì 9 Novembre 2022, 01:00

FOSSOMBRONE - «Un giorno ci rincontreremo ancora, chissà dove». Ragazzi e ragazze, davvero tanti, hanno voluto salutare il loro amico Filo dedicandogli una canzone di Federica Carta, intitolata Attraversando gli anni, e un lancio di palloncini davanti alla Cattedrale di Fossombrone, che solo qualche minuto prima era gremita in ogni suo spazio: posti a sedere, le due navate laterali e in parte la navata centrale.
 

Lo striscione degli amici di Filippo

 

Il calore intorno alla famiglia

Anche all’esterno, ieri pomeriggio in piazza Mazzini, decine di persone che seguivano il funerale grazie a un impianto di amplificazione. La gente di Fossombrone si è stretta nel modo più caloroso e partecipe alla famiglia di Filippo Giovanelli. Il padre, la madre e la sorellina del diciottenne che frequentava l’ultimo anno dell’istituto agrario Cecchi a Pesaro, deceduto nella notte di domenica scorsa intorno alle 3 a causa di un incidente stradale avvenuto lungo la vecchia Flaminia.


E quando i palloncini azzurri sono saliti al cielo (il primo, un cuore bianco, è stato liberato dai genitori e dalla sorellina quindicenne), è seguito il grido: «Ciao Filo». Poi su piazza Mazzini è di nuovo calato un lungo silenzio, come per ritardare ancora un po’, solo un altro po’, quel distacco rappresentato dalla partenza del feretro. 
Il funerale è stato officiato da don Steven Carboni, responsabile diocesano della pastorale giovanile, e da don Giancarlo De Santi, il parroco della Cattedrale a Fossombrone.

L'omelia di don Steven

Nella sua omelia don Steven si è rivolto soprattutto ai tanti amici e coetanei di Filippo: «La vostra presenza in questi giorni è stata instancabile», ha detto il sacerdote, aggiungendo che «i giovani sanno insegnare tante cose», anche «come si sta nella vita e di fronte alla morte». Le parole di don Steven hanno raccontato i momenti della festa, della spensieratezza e di un ragazzo, Filippo, che tutti ricordano per quel suo sguardo «buono, gentile, carico di simpatia», e quel suo «sorriso che buttava raggi di luce». 
Una disgrazia terribile, un dolore così profondo per i familiari, per gli amici e chi abbia conosciuto Filippo, che gesti e le parole di conforto potrebbero non bastare.

Meglio iniziare con la vicinanza, allora. Per prima cosa è preferibile cercare lo sguardo di chi soffre per la perdita, comprenderne i pensieri, ascoltare le parole della sofferenza interiore. 

Il senso dell’omelia è dunque da ricercare in un testo del Vangelo secondo Luca, I discepoli di Emmaus. «Gesù cammina di fianco a noi e ci ascolta, anche se a volte può succedere di non riconoscerlo subito: non fate un torto alla vitalità di Filippo, amate la vita perché siete amati dal Signore della vita», ha detto don Steven, pronunciando parole «che scaldano il cuore» e addolciscono la morsa dello smarrimento di fronte a una tale perdita. 

Terminata la funzione religiosa tutti i partecipanti si sono dunque fermati in piazza Mazzini (alcuni gruppi di persone arrivavano fino alla vicina via Garibaldi) per un ultimo abbraccio al diciottenne. «Ti ricorderemo per sempre», era scritto su uno striscione. Altri il loro saluto lo avevano su una maglietta bianca: «Ciao Filo. Al nostro grande amico che ci ha lasciato, ma che veglia su di noi».
 

La fila dei ragazzi in Cattedrale che hanno offerto una testimonianza

Le tante testimonianze

Filippo Giovanelli portava con sé una ventata di allegria, di simpatia e di bontà genuina, solare. Con queste parole lo hanno descritto gli amici, i compagni di classe e una cugina, leggendo le rispettive testimonianze al termine del funerale, ieri pomeriggio nella cattedrale a Fossombrone.

Era impossibile non volere bene a Filo. Impossibile pensare che non arriverà più alla guida dell’Ape Piaggio, che usava per alcuni suoi spostamenti, oppure che non salirà più sulla sella del suo scooter, preso sabato sera per raggiungere Fermignano e trascorrervi una serata in compagnia. Al rientro a Fossombrone, arrivato alla frazione San Lazzaro, l’incidente mortale.

Stava accompagnando a casa una coetanea, che nell’episodio è rimasta ferita a una gamba. Filippo (Filo o Pippo per chi lo frequentava) l’amico vero e fidato che copriva le marachelle altrui, l’amico che faceva ridere a crepapelle per i suoi scherzi. Di più: Filippo come un fratello. «Vivi nei nostri pensieri e nei nostri cuori», è stato detto al microfono dai suoi coetanei. E ancora, in un crescendo di commozione: «Ovunque lui sia, ci guarderà dall’alto sorridendo». 

Filippo con il suo carattere esuberante ed espansivo, la sua scomparsa lascia un grande vuoto: «Non riesco a immaginare i prossimi giorni e i prossimi anni senza di te. Il tuo ricordo è incancellabile».

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