PORTO SANT’ELPIDIO - Pronti al dialogo ma sul piede di guerra. Tra queste due variabili si muove il neo comitato che si è costituito per protestare contro la demolizione dell’ex-Fim.
Uno studio prodotto sarebbe in grado di annientare i rilievi dell’università prodotti per conto della società proprietaria dell’area inquinata sul lungomare. Si dimostrerebbe che risanare è possibile, senza abbattimenti.
Si preparano alla battaglia le associazioni ambientaliste che si sono messe in rete e operano a livello locale, provinciale e regionale. È prevista una manifestazione il 21 gennaio per sensibilizzare sul tema. La cordata del “no all’abbattimento” è contro i privati. Il fronte critico raduna la stampa per dire la sua. Con Legambiente ci sono l’Archeo club di Carassai, il Comitato Tutela Rocca Montevarmine, Italia Nostra, Kayak Picenum, il Circolo Laudato sì di Montottone, la delegazione fermana Lipu, la Fabbrica delle Idee. Di politici dell’opposizione c’è solo il capogruppo di Fratelli d’Italia Giorgio Marcotulli.
Katia Fabiani, Legambiente Porto Sant’Elpidio, tira le somme: «Abbiamo preparato le osservazioni e siamo disponibili al confronto, stiamo organizzando una serie di eventi e puntiamo al recupero della cattedrale».
Critiche alla relazione della Politecnica, sarebbe troppo di parte essendo stata commissionata dai proprietari dell’area. Critiche al Comune che avrebbe dovuto adire le vie legali mentre ha temporeggiato. Sadia Zampaloni chiede conto sulla mancata escussione della polizza da tre milioni e chiede nuove analisi per verificare lo stato d’inquinamento dell’opificio: «Faremo le nostre proposte - avverte - chiediamo di poter partecipare ai tavoli decisionali». Pasquale De Angelis critica l’amministrazione «ci aspettavamo un alleato nelle istituzioni ma gli ultimi tre sindaci hanno remato contro - azzanna - anziché preoccuparsi di far rispettare la bonifica si sono allineati ai diktat della proprietà. Sono passati 20 anni e siamo alla resa dei conti, con la proprietà che palesa la volontà di distruggere anziché costruire».
Suonano le campane a martello e si prepara la guerra.