I writer scatenati ora diventano sacrileghi: imbrattata la cattedrale di San Ciriaco. Scritte anche sul muretto affacciato sul mare

Scritte nel duomo di San Ciriaco
Scritte nel duomo di San Ciriaco
di Teodora Stefanelli
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Mercoledì 22 Giugno 2022, 05:00 - Ultimo aggiornamento: 11:48

ANCONA - I vandali sono arrivati anche al Duomo di San Ciriaco. Dopo aver deturpato praticamente tutti i monumenti e i palazzi storici e istituzionali di Ancona, sono andati all’attacco della millenaria cattedrale in stile romanico e bizantino, uno dei simboli religiosi della città dorica ma anche attrazione e tappa fissa per centinaia di turisti e crocieristi che sbarcano ogni weekend per scoprire le bellezze della struttura costruita nell’XI secolo. 
Non hanno paura di nulla, sfrontati e senza regole.

Perché tanto si giustificano dicendo che «c’è sempre chi fa peggio di loro». Dei ragazzini, pennarelli alla mano, hanno lasciato due orrende scritte nere sulla pietra bianca del Conero nella parte esterna della chiesa. Non è chiaro da quanto tempo siano state fatte e neppure da chi. L’inchiostro sembra recente, forse qualcuno è arrivato qui di sera. Le due brutture si trovano, salendo da via Papa Giovanni XXIII, sulla sinistra guardando verso l’imponente facciata esterna della chiesa: una è un insulto alla polizia in inglese, mentre l’altra recita “Falco la zone 126”. Forse qualche minorenne arrivato da Falconara per compiere questo scempio. I teppisti senza volto né nome continuano a spargere inchiostro in città. 
A giudicare dalla quantità di scritte e dal loro moltiplicarsi nell’arco di un breve periodo, sembrerebbero essere di più i responsabili che la passano liscia rispetto a chi viene immortalato dalle telecamere o segnalato da qualche residente coscienzioso. Le forze dell’ordine, quando li individuano, fanno scattare i provvedimenti ma trovarli non è cosa semplice. Man mano che ci si guarda intorno e si fa una passeggiata nella zona del Duomo la situazione non migliora. 
Il parapetto del balcone che affaccia verso panorama e cantieri, vicino alle panchine installate per godersi un po’ di aria fresca, è cosparso di scarabocchi: “Napoli regna” scrive qualcuno, magari un turista venuto dalla città campana, e poi cuori, firme e tag di ogni genere. I vandali sono così galvanizzati dall’idea di deturpare tutto ciò che capita loro a tiro che hanno imbrattato perfino i cassonetti che si trovano prima di via del Guasco. Persino l’insegna “toilette” è stata marchiata. Alcuni scarabocchi si trovano lì dove ci sono i cannocchiali per osservare il panorama, altri ancora prima di imboccare il quarto sentiero di Ancona storica, dove ci sono le scalette di mattoncini. 
Già alla metà di marzo, prima ancora dell’inizio della stagione estiva, il Corriere aveva documentato la presenza inquietante di questi imbrattamenti fino alla Casa del Boja.

Da allora non è cambiato praticamente nulla e non ci sono state particolari pulizie. Anzi, a giudicare dalla situazione all’esterno della chiesa ci si dovrebbe preoccupare di individuare questi soggetti o quantomeno di porre rimedio alle loro scempiaggini in un luogo simbolo del centro storico. «Abbiamo fatto un sopralluogo con AnconAmbiente - ha spiegato l’assessore alle Manutenzioni Stefano Foresi - ma questa zona è tutelata dalla Soprintendenza e dunque bisogna verificare che i macchinari non creino danni alle superfici e dobbiamo rispettare le procedure». Come era stato fatto mesi fa per la pulizia del Monumento (poi imbrattato nuovamente poco la pulizia da parte del Comune) per riportare all’antico splendore queste superfici servono prodotti, strumenti ad hoc e soldi, molti soldi pubblici. Basti pensare che nel caso del Monumento quando furono sistemate le colonne di marmo sporcate con i pennarelli neri erano stati spesi 2mila euro con l’impiego di 4 operatori e due mezzi. «Chi sporca e danneggia la città - aveva scritto in quell’occasione sui social il sindaco Valeria Mancinelli - non è un furbo o un audace. È un poveretto, uno sfigato, uno che fa del male agli altri e a se stesso». 

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