Ceriscioli, nuovo affondo contro la Regione: «Il Piano sociosanitario viola la legge»

L'ex governatore alla Festa dell'Unità di Pesaro alla Baia Flaminia con Nino Castabellotta (Fondazione Gimbe)

Ceriscioli, nuovo affondo contro la Regione
Ceriscioli, nuovo affondo contro la Regione
di Thomas Delbianco
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Sabato 22 Luglio 2023, 02:15 - Ultimo aggiornamento: 23 Luglio, 08:38
PESARO «Il piano sociosanitario regionale viola in maniera palese la legge nazionale, non riusciranno a realizzare niente». E’ l’attacco sferrato sulla sanità alla giunta Acquaroli dall’ex presidente della Regione Luca Ceriscioli, ieri sera in occasione del dibattito alla Festa dell’unità in Baia Flaminia sul tema “Quale sanità per le Marche”, moderato dalla giornalista Benedetta Iacomucci e introdotto dalla segretaria Pd Rosetta Fulvi.  


Le funzioni


Nino Cartabellotta, presidente Fondazione Gimbe, sostiene che «la politica deve decidere quale deve essere il ruolo del servizio sanitario nazionale per il futuro. Siamo ad un bivio, la politica negli ultimi 15 anni ha abbandonato la sanità pubblica. La mancanza di chiarezza di proposte e idee verso i cittadini sta portando all’allungamento delle liste d’attesa, migrazione sanitaria, privatizzazione. Siamo arrivati alla pandemia con un servizio sanitario già indebolito, soprattutto dal punto di vista professionale. Le regioni ad oggi non sono riuscite a recuperare il ritardo, e dopo la pandemia molti medici se ne sono andati». 
Il microbiologo Andrea Crisanti, senatore Pd, ha risposta ad una domanda sull’ipotesi di una commissione parlamentare d’inchiesta per fare luce sulle responsabilità legate al Covid: «Sono favorevole all’istituzione della commissione. E’ importante capire se ci sono stati errori. Limitare la commissione a valutare l’azione di governo, che si occupa di acquisti, e quindi dell’attività commissariale, ma che lascia fuori le Regioni, non potrà arrivare ad una verità. Ben venga la commissione, vedranno che c’è stato tutta una serie di interlocuzioni con le Regioni».

Ceriscioli era alla guida della Regione Marche quando è scoppiata la pandemia. «Con i consiglieri regionali abbiamo ragionato più volte di fare una commissione d’inchiesta a livello regionale, uno strumento che ha la finalità non solo di cercare il colpevole, ma guardare nel sistema cosa ha funzionato e cosa no, per migliorarlo. Come Regione eravamo convinti che la situazione fosse più grave di quanto la immaginava il Governo, che frenava sicuro di aver risolto il problema. La Regione Marche di oggi fa scelte contro la legge nazionale, il Piano sanitario regionale avrà palesi violazioni nel decreto ministeriale 70. La giunta regionale non ha il coraggio di dire quali scelte vanno fatte, questo anzichè rappresentare una punta avanzata, la arretra. L’attuale Regione vuole ospedali ovunque, piccoli, piccolissimi. Dopo due anni non saranno riusciti a realizzare niente. Duole vedere un governo nazionale che mette 13 miliardi sulle spese sanitarie, quando queste risorse avrebbero aiutato molte più persone se fossero state messe sulla spesa sanitaria». 


Il promotore


Crisanti è promotore in Parlamento di un’iniziativa per “sganciare” il potere politico dalle nomine dei direttori nelle Aziende sanitarie. «Iniziativa che nasce dalla mia lunga esperienza lavorativa. Uno dei problemi gestionali è il fatto che i presidenti di Regione hanno il potere di nominare tutti i dirigenti sanitari, il potere di indirizzo politico e potere di controllo. Questo è un sistema che non funziona. Se il sistema dipende dalla persona è sbagliato. Vogliamo fare in modo che il direttore generale venga nominato da una commissione indipendente dalla presidenza della Regione». «Ho nominato - ha aggiunto Ceriscioli - quattro direttori, di cui due sono andati in pensione e due sono stati confermati. In una chiarezza di rapporti funziona tutto meglio». 
 

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