Discarica, pomeriggio di fuoco nel cda per l'uscita dal progetto. I rappresentanti di Hera contrari. Carrabs: «Attenti a Ecoservizi»

Discarica, pomeriggio di fuoco nel cda per l'uscita dal progetto. I rappresentanti di Hera contrari. Carrabs: «Attenti a Ecoservizi»
Discarica, pomeriggio di fuoco nel cda per l'uscita dal progetto. I rappresentanti di Hera contrari. Carrabs: «Attenti a Ecoservizi»
di Lorenzo Furlani
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Lunedì 24 Luglio 2023, 02:00 - Ultimo aggiornamento: 13:41

PESARO - L’atmosfera sarà alquanto surriscaldata, in linea con il clima esterno, nonostante l’aria condizionata della sala della riunione in via dei Canonici. È stato convocato per oggi alle 17 il consiglio di amministrazione di Marche Multiservizi, che dovrà affrontare lo scottante tema della strategia di uscita dal progetto della maxi discarica di Riceci.

Un argomento caldeggiato dai soci pubblici, dopo la sconfessione dell’operazione da parte del sindaco di Pesaro, e rinviato dalla precedente seduta del 26 giugno, nella quale era stata stoppata la mozione presentata dal presidente Andrea Pierotti che prevedeva, tra gli altri punti, l’uscita «nei tempi più brevi possibile dalla compagine sociale con Aurora».

La responsabilità contrattuale

I rappresentanti di Hera e l’avvocato Fiaccarini avevano sollevato la responsabilità contrattuale di Marche Multiservizi, che con un simile dietrofront potrebbe essere chiamata a risarcire i danni al partner Ecoservizi di San Marino con il quale l’amministratore delegato Tiviroli, su mandato del cda, ha stipulato a fine 2022 un contratto per acquisire totalmente la società Aurora, titolare dei terreni di Riceci e del progetto della discarica da 5 milioni di tonnellate di rifiuti produttivi. Il motivo si è compreso pienamente due giorni fa quando il Corriere Adriatico ha pubblicato i contenuti di quell’accordo rimasti segreti per l’opinione pubblica e per gran parte della politica per 7 mesi: oltre ai 3,2 milioni di euro già sborsati per acquisire il 40% di Aurora, Mms si è impegnata a versare, in due fasi, per il restante 60% di quote 21,5 milioni di euro.

Il sit in di protesta

La riunione di oggi sarà accompagnata dalla protesta degli attivisti contro la discarica, i quali hanno programmato alle 16,30 un sit in davanti alla sede di Marche Multiservizi. Il cda dovrà esaminare i pareri legali acquisiti nel frattempo sulle conseguenze per l’azienda dell’inadempimento contrattuale e discutere i possibili scenari alternativi. La parte pubblica avrebbe preparato un documento di mediazione. C’è una forte aspettativa politica e sociale affinché dal cda di oggi esca una decisione ma quasi certamente la riunione si rivelerà interlocutoria in un contesto di contrapposizione con i 4 rappresentanti del partner privato Hera, i quali intendono procedere con il progetto.

L’autorizzazione della Provincia all’impianto è la condizione principale che farebbe scattare per Mms - su istanza di Ecoservizi - l’obbligazione al pagamento di 13 milioni di euro per un ulteriore 20% delle quote e la maggioranza sociale di Aurora. Perciò, c’è una notevole attesa per l’interpretazione autentica annunciata dalla Regione delle norme del piano di gestione dei rifiuti relative al caso. La speranza dei soci pubblici è che tale interpretazione escluda la possibilità dell’autorizzazione dell’impianto di Riceci, secondo le anticipazioni politiche già espresse dall’assessore regionale Aguzzi.

Come forzare i tempi

In questo caso, si potrebbero forzare i tempi sulla strategia di uscita, salvo convincere i rappresentanti di Hera su un progetto alternativo, il cosiddetto piano B che garantisca uno sviluppo aziendale dopo l’esaurimento della discarica di Ca’ Asprete.

Occorrerebbe una proposta innovativa che puntasse sulla lavorazione delle frazioni dei rifiuti da recuperare vista la precaria sostenibilità economica del biodigestore, dopo il venire meno dei munifici ecoincentivi, e lo stop della Regione allo sfruttamento intensivo delle discariche urbane con i rifiuti produttivi praticato da Marche Multiservizi negli ultimi anni. In realtà, occorrerebbe perciò una profonda revisione gestionale.

Comunque, onde evitare colpi di scena, vista anche l’apertura all’operazione Riceci espressa dal sindaco di Urbino in consiglio comunale al cospetto di Tiviroli, i soci pubblici intendono procedere in corsa alla surrogazione di Margherita Pedinelli, rappresentante dimissionaria dei piccoli Comuni, mantenendo così anche oggi la maggioranza di 5 componenti.

Le adesioni via pec

Stamattina avverrà la raccolta via pec delle adesioni alla candidatura dell’ex assessore regionale Almerino Mezzolani, avanzata dal centrosinistra: deve ottenere il consenso della maggioranza dei Comuni, che detengono il 10% delle azioni di Mms. C’è anche la candidatura alternativa della commercialista Luana Berti avanzata da sei sindaci. Infine, potrebbero contribuire a fare salire la tensione nel consiglio di amministrazione di oggi anche le notizie pubblicate negli ultimi giorni che hanno aumentato notevolmente nell’opinione pubblica e tra i politici dubbi e contrarietà sull’operazione Riceci.

«La trama di un film»

«Questa storia del progetto della discarica di Riceci sembra una trama di un film, invece è pura realtà». Lo afferma Gianluca Carrabs di Europa Verde, chiamato in causa provocatoriamente dall’amministrore di Ecoservizi srl e Aurora srl, Simone Sammaritani, che ha invitato a rivolgersi a lui per avere informazioni sull’operazione Riceci, rifiutandosi di rispondere alle domande sulla nonnina novantenne di San Marino, formalmente proprietaria di Ecoservizi e quindi beneficiaria della fortuna di 25 milioni di euro che Mms si è impegnata a corrispondere per la società della discarica.

La motivazione delle mancate risposte sono gli esposti presentati in procura, perciò Sammaritani ha indicato come informato Carrabs, autore del primo esposto. In replica, Carrabs si domanda come una società a partecipazione pubblica maggioritaria possa fare affari con soggetti economici che sembrano ricorrere ai prestanome. «Come fanno i Comuni della nostra provincia a tollerare, approvare e sostenere un progetto sviluppato con queste modalità - tuona l’esponente di Europa Verde - ? Alla luce delle ultime informazioni fatte emergere dal Corriere Adriatico non ci sono più dubbi: l’affare va bloccato perché determina incertezza totale sull’affidabilità dei partner del progetto e chiara indeterminatezza dei veri titolari e destinatari dei proventi di Ecoservizi».

«Rimuovete Tiviroli»

«Se il cda di Marche Multiservizi di oggi non revoca il progetto - protesta Carrabs - sarò costretto a presentare un nuovo esposto questa volta contro i membri del cda e non contro ignoti. I rappresentanti pubblici devono agire sempre secondo i principi della trasparenza, pubblicità e conoscibilità degli atti che compiono». Carrabs torna a chiedere la rimozione di Tiviroli dal ruolo di ad di Marche Multiservizi.

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