Baronciani, Confidustria: «Qualità della vita? Cultura 2024 grande occasione ma si deve migliorare la ricettività: ecco come»

Baronciani, Confidustria: «Pesaresi resilienti la Cultura 2024 sarà la grande occasione»
Baronciani, Confidustria: «Pesaresi resilienti la Cultura 2024 sarà la grande occasione»
di Simonetta Marfoglia
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Martedì 13 Dicembre 2022, 01:45 - Ultimo aggiornamento: 18:47

Alessandra Baronciani, presidente Confindustria, il +31 è un bel balzo come qualità della vita.
«Il risultato lo legherei alla grande capacità di resilienza dei pesaresi e delle nostre imprese, nonostante i mesi bui della pandemia che ci ha colpito duramente, l’alluvione e il sisma: criticità che si sommano a quelle congiunturali, come gli aumenti di energia e materie prime, e strutturali, a cominciare da fisco e burocrazia che sono fardelli insostenibili».
Analizzando la classifica quali spunti per il 2023?
«Sappiamo bene quali sono i punti di forza, quali i bisogni, che andrebbero ascoltati e risolti. Servono misure di sostegno decise, che ci consentano di crescere, di assumere, di creare maggior benessere per i territori». 
Come Cultura e tempo libero il salto (+24) è rimarcato.
«Sono doppiamente orgogliosa per il risultato. La cultura è una delle nostre materie prime e dobbiamo valorizzarla. E il 2024 consentirà a tutta la provincia di dare una grande visione del futuro: il nostro è una sorta di progetto di area vasta. Fra l’altro, in merito al 2024, imprese di grande rilievo ci hanno chiesto di verificare come Associazione che i progetti in tema di cultura, siano improntati ad un livello alto ed internazionale e abbiamo già dato la nostra disponibilità a collaborare». 
Punto critico: il settore della ricettività. Come si colma il gap?
«Favorendo gli investimenti con semplificazione e incentivi avendo la certezza che la nostra provincia ha due grandi valori per i cosiddetti consumatori: è un luogo inedito, cioè fuori dai grandi flussi ma che offre possibilità per un turismo balneare, collinare e culturale. Dobbiamo sfruttarli con un’offerta che rappresenti uno stile di vita e garantisca delle esperienze. Sono certa che l’anno che ci separa dalla Capitale della Cultura aiuterà tutti a mettere a fuoco strategie e investimenti».
Paradossalmente siamo ultimi (107) come imprenditoria giovanile nonostante gli sforzi. Come se lo spiega?
«Come Associazione ci stanno a cuore i temi dell’imprenditoria giovanile e dell’occupazione dei nostri ragazzi.

I giovani rappresentano la comunità dell’innovazione, che a mio parere è soprattutto di pensiero, l’allargamento dei settori emergenti non è soltanto tecnologico, è il necessario ricambio per la base imprenditoriale del nostro Paese. Il fenomeno che stiamo notando è un consolidamento di imprese piccole che diventano medie e medie che diventano grandi. Questo fenomeno richiede comunque per il futuro giovani con competenze manageriali e talento».

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