Speleologo intrappolato a mille metri di profondità: chi è la dottoressa marchigiana che lo ha salvato

Speleologo intrappolato a mille metri di profondità: chi è la dottoressa marchigiana che lo ha salvato
Speleologo intrappolato a mille metri di profondità: chi è la dottoressa marchigiana che lo ha salvato
di Lorenzo Sconocchini
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Sabato 9 Settembre 2023, 05:00 - Ultimo aggiornamento: 11:32

ANCONA - Di solito sale in cielo, con l’eliambulanza del 118, per salvare vite in pericolo. Ma non è certo la prima volta che la dottoressa Cristiana Pavan, medico in servizio nel reparto Anestesia e Rianimazione degli Ospedali Riuniti di Ancona, si cala nelle viscere della terra per prestare soccorso. Le era già capitato di salvare una vita ad esempio il 6 agosto del 2018, quando raggiunse uno speleologo intrappolato nella grotta Frozen sulle montagne del Sella Nevea, in Friuli Venezia Giulia. Per questo hanno chiamato lei, specializzata in Medicina in ambienti ipogei, a far parte con altri 9 tecnici marchigiani della spedizione di 46 componenti del Soccorso Alpino e Speleologico italiano arrivate in Turchia per partecipare al recupero dello speleologo statunitense Mark Dickey, bloccato da una settimana in una grotta a oltre 1000 metri di profondità. 


Nel campo base


La prima squadra di 6 tecnici del nostro Soccorso alpino e speleo è arrivata nella notte tra mercoledì e giovedì al campo base installato nei pressi della grotta Morca, nella provincia di Mersin, con l’incarico di collaborare nell’assistenza sanitaria e nel recupero dello speleologo americano. Giovedì pomeriggio i soccorritori italiani sono entrati in grotta e hanno raggiunto lo speleologo statunitense. Tra loro anche quattro marchigiani, compresa la dottoressa Pavan, assistita per la parte sanitaria da un infermiere toscano.
Poi l’altra sera è decollato da Pratica di Mare un volo dell’Aeronautica Militare che ha trasportato in Turchia un secondo contingente composte da diverse squadre composte da un totale di 33 tecnici esperti nella progressione e soccorso in grotte profonde, a supporto dei soccorritori che già stanno operando.

Un’altra squadra composta da 5 tecnici del Cnsas, a bordo di due furgoni contenenti materiale logistico, si è imbarcata mercoledì sera dal porto di Brindisi alla volta della Grecia, ed è in fase di arrivo al campo base.

Al momento, oltre all’Italia, sono diverse le nazioni coinvolte in questa complessa operazione - coordinata in questa fase decisiva del salvataggio proprio dal Soccorso alpino e speleologico italiano - tra queste la Bulgaria, la Polonia e l’Ungheria. Mark Dickey, che ha accusato un’emorragia gastrointestinale durante un’esplorazione internazionale domenica all’alba nella grotta di Morca, nei pressi della costa mediterranea in Turchia, è rimasto bloccato a una profondità di 1.120 metri. Ieri la Federazione Speleologica di Turchia ha fatto sapere che le sue condizioni «si sono stabilizzate ed è di buon umore», dopo l’intervento nella grotta di un’équipe medica, che ha portato anche cibo e medicinali. Ma ora bisognerà “allargare” la grotta.

Proprio in considerazione del suo miglioramento, i medici ieri valutavano se Dickey è in grado di risalire in superficie da solo con l’aiuto dei soccorritori o servirà il trasporto in barella. La grotta di Morca ha una profondità di 1.276 metri e secondo la Federazione Speleologica turca, «uno speleologo esperto impiega circa 15 ore per riuscire a risalire in superficie. Ieri proprio Dickney ha pubblicato sul suo canale Tiktok un video in cui ringazia i soccorritori e confida di poter risalire senza bisogno della barella. 


Gli eredi di Frasassi


I soccorritori marchigiani - che provengono da Jesi, Fabriano, Genga e altri comuni - fanno parte della missione internazionale in virtù delle loro competenze tecniche e dell’addestramento di altissimo livello. Sono interpreti di una tradizione speleologica con pochi eguali al mondo, eredi di quegli esploratori del gruppo speleologico del Cai anconetano che il 25 settembre di 52 anni fa entrarono per prima volta nelle grotte di Frasassi, che ancora oggi sono la “palestra” privilegiata per l’addestramento degli uomini-talpa capaci di salvare vite a mille metri di profondità.
 

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