Acquaroli-Latini, si tratta sul rimpasto in giunta: per la sanità spunta l’ipotesi di un tecnico

La nuova figura sarebbe incasellata nel ruolo di sottosegretario Proposta avanzata ieri dalla segretaria leghista al governatore

Acquaroli-Latini, si tratta sul rimpasto in giunta: per la sanità spunta l’ipotesi di un tecnico
Acquaroli-Latini, si tratta sul rimpasto in giunta: per la sanità spunta l’ipotesi di un tecnico
di Martina Marinangeli
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Giovedì 5 Ottobre 2023, 02:30 - Ultimo aggiornamento: 16:08

ANCONA - Si va avanti a oltranza. Dal confronto di ieri, durato oltre 2 ore e iniziato intorno alle 20, si è usciti con la richiesta dei tempi supplementari per portare a casa un negoziato che vale la tenuta del governo regionale. L’incontro in questione ha visto ai due lati del ring a Palazzo Raffaello il governatore Francesco Acquaroli e la segretaria della Lega Giorgia Latini, che per l’occasione ha portato con sé anche il suo vice e luogotenente Mauro Lucentini. E il nodo del contendere è ovviamente sempre lo stesso: la saga del rimpasto di giunta a cui ogni giorno si aggiunge un nuovo capitolo.


Il punto fermo


Se in tutto questo bailamme c’è una certezza, è che né Acquaroli né la Latini vogliono andare allo scontro frontale, troppo sanguinoso per entrambi: e allora si cerca la mediazione, ma il punto di caduta ancora non c’è.

Il governatore avrebbe chiesto altre 48 ore per riflettere sulle varie opzioni portate ieri sul tavolo dalla segretaria del Carroccio. Lo scenario su cui Latini punterebbe tutte le fiches è quello di un tecnico alla Sanità, con l’attuale assessore Filippo Saltamartini traslato sui banchi del Consiglio. E se Acquaroli accettasse, sarebbe anche disposta a lasciare ai loro posti in giunta Andrea Antonini (Sviluppo economico) e Chiara Biondi (Cultura e Istruzione).


Le opzioni


Ma questo quadro non pare fare breccia nei desiderata del governatore, restio a cambiare Saltamartini dopo tre anni, la riforma sanitaria ormai avviata e il Piano socio sanitario varato. Cosa che lo ha portato a bocciare anche alcuni nomi celebri. E allora via con il piano B: Saltamartini resta, ma entrano anche Lucentini al posto di Antonini e Acciarri al posto di Biondi. Cosa che si tradurrebbe in una dolorosa frattura interna perché i due attuali assessori, non essendo intenzionati a dimettersi, dovrebbero essere defenestrati dal partito. E spunta un dettaglio nuovo ad eventuale corollario di questa tesi: la delega alla Sanità potrebbe passare ad Acquaroli, affiancato nella gestione della delicata delega da un tecnico di sua fiducia da incasellare nel tassello del sottosegretario, rimasto ancora vacante. 


La credibilità


Almeno questa sarebbe una delle proposte squadernate ieri da Latini per trovare la complicata quadra. Si naviga a vista, perché la crisi di governo è ormai in corso e nessuno dei due competitor vuole uscire sconfitto su tutta la linea, perdendo così credibilità agli occhi dei rispettivi eserciti politici e, peggio ancora, degli elettori. Di qui l’importanza del compromesso storico tra Acquaroli e Latini, peraltro legati da una lunga amicizia, ora offuscata da questa situazione ingestibile. A tutti i livelli. L’incontro serale è stato preceduto dal coordinamento regionale della Lega, in cui la frangia pesarese del partito avrebbe sparato a zero sulla sanità, chiedendo la testa di Saltamartini. Ma i motivi di attrito si stanno espandendo a macchia d’olio su tutta la coalizione. 


I conflitti interni


E nel mirino finiscono anche i due transfughi dell’opposizione - Simona Lupini (ex M5S) e Luca Santarelli (Rinasci Marche) - annunciati come già dentro il Carroccio durante la visita di Salvini a Macerata lo scorso venerdì. Cosa che ha fatto andare su tutte le furie Francesco Battistoni, commissario di FI Marche, dal momento che Santarelli era già praticamente nella squadra degli azzurri. E nella chat dei coordinatori regionali dei partiti di centrodestra avrebbe usato parole di fuoco all’indirizzo di Latini.

Nel frattempo, i due nuovi acquisti la casacca della Lega non l’hanno ancora indossata, però. Intanto, gli scossoni si ripercuotono nei corpi intermedi e nella società civile. «Le imprese hanno bisogno di certezze e stabilità, condizioni indispensabili in una fase economica complessa come quella che stiamo attraversando», osserva Emanuele Pepa, presidente di Confartigianato Marche. «Riteniamo importante pertanto, dare continuità all’azione di governo e alle politiche di sviluppo per la nostra economia regionale». Interviene anche il sambenedettese Sandro Assenti, presidente Confesercenti Marche, secondo cui «ogni cambio di rotta può portare disagi e lungaggini operative, disperdendo anche progetti già in atto. Se questi avvicendamenti sono frutto di analisi sui contenuti o su altre dinamiche basate su giochi di potere, non sta a noi dirlo. Quello che chiediamo è stabilità e condivisione nel prosieguo della legislatura». Un terremoto inatteso ai piani alti di Palazzo Raffaello che ha provocato un moto sussultorio in lungo e in largo nella regione.

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