L’Adriatica è la strada più a rischio mortale: nelle Marche in un anno quasi 5mila incidenti, con 91 vittime

L’Adriatica è la strada più a rischio mortale: nelle Marche in un anno quasi 5mila incidenti, con 91 vittime
L’Adriatica è la strada più a rischio mortale: nelle Marche in un anno quasi 5mila incidenti, con 91 vittime
di Lorenzo Sconocchini
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Venerdì 24 Novembre 2023, 03:30 - Ultimo aggiornamento: 25 Novembre, 07:10

Massima attenzione, se percorrete la statale Adriatica tra maggio e settembre, in un orario che va dalle 11 di sera alla mezzanotte e tra le 3 e le 4 di notte. Perché in quella strada, in quel periodo dell’anno e in quegli orari, specie nel weekend, si concentra la maggiore probabilità di incidenti mortali nelle Marche. È quanto emerge dall’ultimo report dedicato dall’Istat ai sinistri stradali avvenuti nel 2022 nelle varie regioni italiane.

Nelle Marche l’anno scorso si sono verificati 4.951 incidenti, che hanno causato la morte di 91 persone e il ferimento di altre 6.661.

Con la ripresa della piena mobilità dopo le restrizioni legate all’emergenza Covid, il 2022 registra inevitabilmente una netta ripresa dell’incidentalità stradale. Rispetto al 2021 aumentano i sinistri (+6,2%), i feriti (+6,1%) ma l’impennata maggiore si riscontra per le vittime (+8,3%), in linea con quanto avviene a livello nazionale dove però si registrano aumenti maggiori per numero di incidenti (+9,2%), feriti (+9,2) e vittime (+9,9%).


Gli utenti vulnerabili


Nel 2022 nella nostra regione si è ridotta l’incidenza degli utenti vulnerabili per età (bambini, giovani e anziani) morti in incidente stradale, attestandosi su un valore inferiore alla media Italia (42,9% contro 44,3%). Quanto agli utenti vulnerabili per il ruolo avuto nell’incidente (conducenti o passeggeri di veicoli a due ruote e pedoni), il loro peso relativo sul totale dei deceduti nella regione risulta superiore a quello nazionale (51,6% contro 49,3%). Tra il 2010 e 2022 però l’incidenza di pedoni deceduti è diminuita nelle Marche da 20,2% a 17,6%, mentre nel resto del Paese è aumentata leggermente, da 15,1% a 15,4%.
Al bilancio in termine di lutti e dolore, si aggiungono i costi sociali. Nel 2022 il “prezzo” dell’incidentalità stradale con lesioni alle persone viene stimato in oltre 527 milioni di euro (355,5 euro pro capite) per le Marche, regione che incide per il 2,9% sul totale nazionale


Il rischio di incidente


Tra il 2021 e il 2022 l’indice di lesività (il rapporto tra numero di feriti e il numero di incidenti con lesioni a persone, moltiplicato per 100) diminuisce di poco, passando da 134,6 a 134,5, mentre aumenta l’indice di gravità (rapporto tra il numero dei decessi e la somma di decessi e feriti moltiplicato 100) che passa da 1,3 a 1,4 e rimane invariato il tasso di mortalità (1,8 decessi ogni 100 incidenti). L’incidentalità rimane alta lungo la costa e nei capoluoghi di provincia: il report dell’Istat evidenzia le criticità della statale 16 Adriatica, lungo la quale si registra il maggior numero di incidenti (119, 3 decessi e 184 feriti), e delle strade statali 77 e 76. Gli incidenti più gravi però si registrano sulle SP 502 (Jesi-Cingoli) e SP571 “Helvia Recina” dove gli indici di mortalità raggiungono valori di 16,7 e 15. L’indice di mortalità cresce nelle province di Pesaro Urbino, Ancona e Ascoli, diminuisce in quelle di Fermo e Macerata.


Le strade urbane


Nel 2022 il maggior numero di incidenti (3.477, il 70,2% del totale) si è verificato sulle strade urbane, con 41 morti (45,1% del totale) e 4.448 feriti (66,8%). Rispetto al 2021 i sinistri aumentano su tutte le categorie di strada ma l’incremento maggiore si verifica sull’autostrada (+11,8%), seguita dalle strade urbane (+6,1%) e sulle altre strade (+5,8%). Gli incidenti più gravi avvengono sempre in A14 (6,5 decessi ogni 100 incidenti) e sulle “altre strade” (3 decessi ogni 100 incidenti).

Molto più pericoloso transitare nei poli urbani, dove si concentra il 52,1% degli incidenti avvenuti nelle Marche, quota che arriva a sfiorare il 90% considerando anche le aree di cintura. Nei comuni dell’interno, distanti da servizi come istruzione, salute e mobilità, gli incidenti rappresentano appena il 10,7% del totale. E il numero delle vittime aumenta di più rispetto al 2021 proprio nei centri (+9%), mentre nelle aree interne la crescita è più contenuta (+5,9%).

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