Risultato amministrative, come si muove la politica. «Nelle Marche non cambia nulla». Acquaroli: «Voto territoriale, incide poco». Le reazioni

Amministrative, come si muove la politica. «Nelle Marche non cambia nulla». Acquaroli: «Voto territoriale, incide poco». Le reazioni
Amministrative, come si muove la politica. «Nelle Marche non cambia nulla». Acquaroli: «Voto territoriale, incide poco». Le reazioni
di Andrea Taffi
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Mercoledì 6 Ottobre 2021, 02:30 - Ultimo aggiornamento: 7 Ottobre, 10:24

ANCONA - Il tema accennato lunedì a urne calde è diventato ieri materia per entomologi: il cambio di peso all’interno del centrodestra nei rapporti tra FdI (in crescita) e la Lega (in calo). Una declinazione difficoltosa per le Marche dove con due soli comuni al ballottaggio (San Benedetto e Castelfidardo) c’è poca materia da analizzare. Ma in una coalizione dove «Lega e FdI si sono marcati molto stretti a livello nazionale» (Ciccioli dixit), i prodromi dei problemi si possono vedere (da lontano) anche nelle Marche. 

La riflessione ci sta tutta
La riflessione quindi ci sta tutta. Sulla sponda del Carroccio si tende a dire che a Montegranaro e a Fossombrone quelli di Fratelli d’Italia si sono visti poco. La versione dei meloniani, invece, è diametralmente opposta: a San Benedetto e Castelfidardo le liste di Salvini sono arrivate dietro. Il duello c’è, altroche se c’è. Il governatore Acquaroli nel dubbio getta acqua sul fuoco: «Analizzare un voto amministrativo - spiega il governatore - è sempre materia delicata perché unisce questioni politiche ma anche tanto territorio. Conta la politica certo, ma ci sono anche questioni di radicamento». 


I due esempi del governatore 
E qui il governatore cita due esempi: «Penso alla storia del civico Barbieri a Mondolfo: un esempio di buon lavoro che va oltre la politica. Lo hanno votato tutti. Guardare Porto Recanati dove c’erano due liste di centrodestra e una e mezzo di centrosinistra. Difficile trarre conclusioni da elevare fino alla Regione. Mi preoccupa l’astensione al voto, invece, e non poco. In ogni caso colgo l’occasione per complimentarmi con tutti i nuovi sindaci, augurare buon lavoro con l’auspicio di poter costruire insieme qualcosa di importante». Porto Recanati è un risultato molto indigesto alla Lega che sull’Hotel House aveva fatto una battaglia spendendo anche, più volte, le visite di Salvini.

Mauro Lucentini, uno dei colonnelli del Capitano e commissario del Carroccio a Pesaro è sereno. Porta all’occhiello la vittoria a Montegranaro, comune di origine. «Credo che i rapporti nella maggioranza erano e restino buoni - sottolinea l’onorevole subentrato a Giorgia Latini alla Camera - non ci saranno contraccolpi di alcun genere. Se c’è una lezione che si può prendere da questa tornata elettorale è che il centrodestra deve rimanere unito, coinvolgere tutte le forze del suo arco insieme alle forze del territorio, in primis gli imprenditori, e giocarsi le sue carte». 


Il buon bilancio nelle Marche
Tutti motivi che portano a un bilancio nelle Marche. «Siamo particolarmente soddisfatti - continua Lucentini - di Montegranaro e Fossombrone, nei ballottaggi partiamo dalla prima posizione. Siamo molto soddisfatti. Perdere a Porto Recanati scoccia, certo, non lo nascondo. E diffiderei di chi parla di Salvini e Giorgetti separati: è una grandissima bufala». 
Sotto la superficie quasi niente
Quindi sotto la superficie, apparentemente niente. Anche il capogruppo di FdI Carlo Ciccioli fila via dalle polemiche: «Nessuna fibrillazione, il vento nazionale non arriva nelle Marche. I rapporti sono strutturati, la Lega ha otto posti in consiglio e tre assessori in virtù di un ottimo risultato. Si andrà avanti normalmente, se ne riparlerà alle Politiche in relazione a più variabili. Penso a chi sarà eletto, al risultato finale, direi che è prestissimo e inutile parlarne». Prestissimo di sicuro, inutile non tanto: i taccuini degli esperti di seggi ieri si sono riempiti di numeri. I 15 seggi tra Camera e Senato con questo : 3/4 alla Lega, 3/4 a Fratelli d’Italia, 1 a Forza Italia, 1 a Cinque Stelle. Tre al Pd e poi c’è il maggioritario. Una storia tutta da scrivere ma molto meno lontana di quel che si pensa.

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