Marche, case popolari nel caos: graduatorie da rifare

La Corte Costituzionale: via il vincolo dei 5 anni di residenza sul territorio Calcinaro (Anci): «Il problema si riverbera su tutti i bandi ancora aperti»

Marche, case popolari nel caos: graduatorie da rifare
Marche, case popolari nel caos: graduatorie da rifare
di Andrea Maccarone
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Sabato 26 Agosto 2023, 03:20 - Ultimo aggiornamento: 27 Agosto, 08:12

ANCONA - Case popolari, graduatorie nel caos. La Corte Costituzionale, con la sentenza 43 del 17 luglio, si è espressa in merito alla legge regionale sui requisiti di accesso per gli alloggi residenziali dichiarandola incostituzionale. 


Il dietrofront


Nello specifico: nel mirino il vincolo dei 5 anni di residenza sul territorio da parte del richiedente, estensione introdotta dall’amministrazione Ceriscioli con la legge 49 del 2018 che ha portato da 2 a 5 anni il periodo. «Il nostro intento - spiega il consigliere regionale Pd Andrea Biancani, all’epoca tra i firmatari della proposta di legge - era quello di assegnare gli alloggi popolari a chi dimostrasse di fatto l’intenzione di fermarsi in maniera stabile sul territorio».


Una bega per i Comuni


Ma con la sentenza della Corte Costituzionale ora è tutto da rifare. «Il problema si va a riverberare sulle graduatorie aperte - afferma il sindaco di Fermo Paolo Calcinaro, presidente Anci Marche - perché bisognerà verificare se siano presenti o meno richiedenti che sarebbero stati esclusi secondo il vincolo dell’estensione».

Ma che ora potrebbero tornare in gioco. Insomma, una bella bega per i sindaci dei comuni marchigiani che ora dovranno passare a rassegna tutti i bandi non ancora conclusi, e con gli alloggi non ancora assegnati. Un ricalcolo che sicuramente porterà via del tempo. E con tutta probabilità farà slittare le assegnazioni. L’Anci affronterà il tema nel giro di una ventina di giorni: «Abbiamo un direttivo previsto entro la prima metà di settembre - fa sapere Calcinaro - e tra i temi all’ordine del giorno, andremo ad affrontare anche questo». Ma a preoccupare il presidente dell’Anci è un’altra questione.


L’altro veto 


Con una novella del 2021 l’amministrazione Acquaroli ha introdotto un nuovo vincolo per l’assegnazione degli alloggi popolari. Ovvero: non possono avere diritto quei richiedenti che negli ultimi 10 anni hanno avuto una sentenza passata in giudicato per un reato volontario il cui massimo edittale nella legge è di almeno 2 anni. «Una bomba sociale a orologeria - tuona Calcinaro -. Considerata la fragilità del target a cui vanno le case popolari una cosa del genere è deflagrante». A lasciare perplesso il presidente dell’Anci è il fatto che «se nel nucleo familiare c’è un soggetto con condanne ben più gravi, il vincolo è inefficace perché attiene solamente al richiedente».
 

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