ANCONA - Stiamo vivendo una delle estati più calde degli ultimi 60 anni, con ondate di calore che mettono a rischio soprattutto anziani e soggetti fragili, ma per fortuna nelle Marche il dato dei decessi, almeno nel primo semestre dell’anno, è decisamente inferiore alla media del triennio precedente, quello segnato dal Covid. Un’epidemia che ha decimato soprattutto la generazione dei nonni, donne e uomini protagonisti della ricostruzione del nostro Paese dopo la guerra, sopravvissuti alle bombe ma sterminati dal virus.
Fine dell’emergenza
Passata l’emergenza sanitaria da Sars-Cov-2, i morti registrati dagli aggiornamenti mensili dell’Istat sono tornati anche nella nostra regione ai livelli precedenti al Covid, anzi un po’ al di sotto rispetto all’ultimo anno prima dell’invasione del nuovo patogeno arrivato dalla Cina.
Non a caso il marzo 2020 è il mese record dei decessi degli ultimi anni, con 2.321 morti registrati dall’Istat, un numero fuori media, da cui per fortuna nel marzo scorso ci siamo tenuti ben lontani (1.543). E quel bagno di lutti, registrato nei bollettini quotidiani del Gores Marche, era anche sottostimato, a leggere uno studio fatto dall’Istat nel maggio 2020, secondo cui nel periodo clou dell’epidemia, i 40 giorni più duri segnati dal lockdown, mancavano all’appello più di 400 morti nelle Marche.
Decessi non attribuiti dalle diagnosi ufficiali al Covid-19, ma che le statistiche dell’Istat sulla mortalità facevano emergere come surplus altrimenti non spiegabile rispetto alla media dei cinque anni precedenti. Tra il 20 febbraio e il 31 marzo 2020, durante la fase acuta dell’epidemia, nella nostra Regione erano morte in tutto 2.465 persone, con un incremento del 53,3% rispetto alla media dello stesso periodo relativa agli anni 2015-‘19, che era stata di 1.736 decessi.
Il trend in calo
Adesso per fortuna siamo rientrati nel trend pre-Covid, visto che la malattia indotta da Sars-Cov-2 nel 2023 nell’anno in corso (fino al report del 18 agosto) è stata messa in una qualche correlazione con 156 decessi. Così anche nel mese di luglio - segnato dalle pericolose ondate di calore, con una temperatura media di 2.3° gradi superiore alla media degli ultimi 30 anni - i decessi (1.543) sono stati decisamente inferiori a quelli del 2022, anno segnato dagli strascichi del Covid (1.826 ), anche se superiore all’ultimo anno precedente all’avvento dell’epidemia (1.498 nel luglio 2019).
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