Bilancio della Regione, la Corte dei conti: «Troppi ritardi sulle liste d’attesa»

Bilancio della Regione, la Corte dei conti: «Troppi ritardi sulle liste d’attesa»
Bilancio della Regione, la Corte dei conti: «Troppi ritardi sulle liste d’attesa»
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Venerdì 27 Ottobre 2023, 04:15 - Ultimo aggiornamento: 12:25

ANCONA - I conti sono in ordine, ma la sanità - che rappresenta circa l’80% del bilancio - ha fatto scattare più di un campanello d’allarme. La Corte dei Conti ha parificato ieri il rendiconto d’esercizio 2022 della Regione, ma evidenziando alcune falle non indifferenti su quello che è il settore principale gestito dall’ente. In primis, i magistrati contabili hanno acceso un faro sulla riforma sanitaria che ha spacchettato l’Asur in cinque aziende sanitarie su base provinciale.


L’analisi


Solo «a fronte di un miglioramento delle prestazioni erogate può giustificarsi l’incremento dei costi riconducibili all’entrata a regime della nuova organizzazione sanitaria», viene messo nero su bianco nel giudizio di parificazione.

Sebbene sia «prematuro esprimere valutazioni» sulla riforma, la sezione di controllo invita a tenere alta la guardia sul «possibile differenziale negativo da riassorbire» per l’aumento di costi, data anche la «genericità delle norme di copertura».


Le falle


Pur delineando un quadro «tendenzialmente positivo» della sanità regionale, la sezione della Corte dei Conti guidata dal presidente Vincenzo Palomba evidenzia le ombre legate «ai ritardi nel recupero delle liste d’attesa» - fermo al 30% a fronte di previsioni tra il 75 e il 97% nelle varie prestazioni - alla mastodontica spesa per la mobilità passiva e ai ritardi nel «completamento di importanti interventi infrastrutturali». La relazione cita il nuovo Salesi, l’ospedale di Campiglione a Fermo e nuovo Inrca, per i quali costi e tempi di realizzazioni sono lievitati nel tempo. Ma è sopratutto sulle bibliche liste di attesa che si focalizza l’analisi: viene definita «insoddisfacente» la percentuale di recupero delle prestazioni, «nettamente inferiori alla media nazionale».

Altre criticità non di poco conto vengono individuate nella spesa per il personale della Regione, sensibilmente aumentata nel triennio - era di 89.947.797 euro nel 2020, salita a 97.628.261 nel 2021 per schizzare a 102.513.508 euro nel 2022 - e per gli enti esterni e le partecipate. Lo «spostamento di compiti e risorse all’esterno delle strutture amministrative della Regione (con particolare riferimento ad Atim e Fondazione Marche Cultura) - scrivono i giudici - finisce per comportare l’emersione per il bilancio di nuove voci di spesa impiegate per la creazione e il mantenimento dell’autonomia soggettiva dei nuovi o diversi organismi». Altre zone d’ombra che, secondo i magistrati, la Regione farebbe bene a tenere sotto stretto controllo.

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