Payback, la resa dei conti per 40 aziende chiamate a pagare 136 milioni entro il 30 ottobre

Payback, la resa dei conti per 40 aziende chiamate a pagare 136 milioni entro il 30 ottobre
Payback, la resa dei conti per 40 aziende chiamate a pagare 136 milioni entro il 30 ottobre
di Andrea Maccarone
3 Minuti di Lettura
Domenica 22 Ottobre 2023, 04:00 - Ultimo aggiornamento: 23 Ottobre, 09:08

ANCONA - Le aziende fornitrici di dispositivi medici sono in fibrillazione. La deadline per il pagamento del payback, il meccanismo che prevede il ripiano economico di parte dello sforamento sanitario delle aziende ospedaliere, è fissato al 30 ottobre. Lo splafonamento nelle Marche ammonta a 292 milioni e 197mila euro. Alle aziende viene chiesta una cifra monster (complessiva) di 136 milioni e 590mila euro che andranno suddivisi, pro quota, per 40 imprese. Prima di arrivare, però, all’atto finale, quello del pagamento, c’è una tappa intermedia: martedì è fissata l’udienza pilota del Tar Lazio che si esprimerà sulla costituzionalità della norma. 


La proposta 


Dunque un passaggio chiave, che potrebbe ribaltare la situazione.

Anche se le imprese del settore non si aspettano grosse novità. Ormai la strada dell’attuazione del payback è quanto mai delineata. Ma i conti ancora non portano, perché dentro i 136 milioni sono finite forniture che non hanno niente a che vedere con i dispositivi medici. E infatti le ditte fornitrici hanno chiesto più volte alla Regione di ricalcolare la cifra. Ma non è stato ancora fatto. «La nostra proposta - afferma Marco Micucci, fornitore di dispositivi medici e presidente dell’associazione di categoria Pmi Sanità Marche - è di attuare una sospensiva che la Regione potrebbe decretare in autotutela. Si potrebbe guadagnare del tempo per mettere finalmente mano al gestionale della Regione denominato Areas». Gestionale con cui si potrebbe procedere per il ricalcolo delle cifre, depurate delle forniture non ammesse nel conteggio del payback. «Invece che rivolgersi ad aziende private per la corretta catalogazione in conto economico dei prodotti - prosegue Micucci - la Regione dovrebbe istituire un gruppo di lavoro composto da ingegneri clinici e un tavolo tecnico con le imprese, questa collaborazione pubblico-privato porterebbe ad uno scambio virtuoso».


La preoccupazione 


A mettere ancora più in apprensione i fornitori di dispositivi medici è il secondo capitolo del payback, in quanto i 136 milioni per ora richiesti riguardano soltanto il quadriennio 2015-2018. A cui seguirà quello successivo: 2019-2022, ma di cui ancora non è stato reso noto il conteggio. Intanto le aziende continuano a fornire gli ospedali. «Richieste che continuano ad aumentare da parte delle Ast anche grazie agli interventi chirurgici aggiuntivi effettuati, per abbattere le liste d’attesa, con risorse Pnrr che serviranno a pagare medici e strumentisti - specifica Micucci -. Ma più interventi si effettuano, più materiali dovranno essere forniti. Quindi un ulteriore possibilità di sforare il tetto di spesa. Un circolo vizioso da cui non se ne esce».

© RIPRODUZIONE RISERVATA