Ancona, bilancio infuocato tra parolacce e tensioni. Rossi a Petrelli: «Con me devi stare calmo»

Bilancio infuocato tra parolacce e tensioni. Rossi a Petrelli: «Con me devi stare calmo»
Bilancio infuocato tra parolacce e tensioni. Rossi a Petrelli: «Con me devi stare calmo»
di Antonio Pio Guerra
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Mercoledì 20 Marzo 2024, 01:45 - Ultimo aggiornamento: 21 Marzo, 08:41

ANCONA Ottanta secondi. È bastato meno di un minuto e mezzo per trasformare una normale seduta della VII Commissione (Bilancio) in un agone di turpiloquio e tensione. Il tutto in diretta streaming, sotto gli occhi dei cittadini. Protagonista di questo indecoroso siparietto è stato Vincenzo Rossi, consigliere comunale di maggioranza (Forza Italia) nonché presidente della VII commissione. Sono le 9,30 e la seduta è cominciata da circa 45 minuti quando un Rossi furibondo si protende oltre il bordo del tavolo e verso il consigliere Giacomo Petrelli (Pd) che gli siede di fronte, urlando e dimenandosi tanto da costringere il collega di maggioranza Francesco Andreani a cercare di riaccompagnarlo al suo posto con la mano. «Con me devi stare calmo, hai capito?» grida Rossi, intanto. Ed è a questo punto che il presidente perde definitivamente il savoir faire istituzionale, abbandonandosi al turpiloquio. Con ordine. 


La scintilla

L’argomento della commissione è spinoso, ovvero una variazione di bilancio da 900mila euro che si discuterà oggi pomeriggio in consiglio comunale.

L’opposizione chiede risposte sulla destinazione finale di questi fondi mentre la maggioranza risponde che le indicazioni arriveranno a tempo debito. Jacopo Toccaceli, consigliere di Fratelli d’Italia e membro della commissione, chiede più volte di tagliare corto e poco prima dell’escalation anche lo stesso presidente ritiene di rivolgersi alla minoranza così: «Ci volete far perdere tempo. Non ne posso più. Quando si arriva ad un certo punto, pure io perdo la pazienza». Quasi profetico. La scintilla arriva quando la parola passa al consigliere Petrelli. Fa altre domande e Rossi gli fa presente che avrebbe potuto rivolgerle anche in un altro momento andando direttamente nell’ufficio del dirigente. Il Dem appare irritato e contesta: «Non si possono fare domande, non è possibile». L’innesco è partito. Da questo punto in poi l’indecorosa sfuriata di Rossi con tanto di parolacce ripetute più volte. «Presidente, presidente» lo richiamano all’ordine i consiglieri. «Presidente un c...» parte dalla bocca di Rossi.

La replica 

A prendere la parola è Carlo Pesaresi di Ancona Diamoci del Noi. «Ci riserviamo di far presente al presidente del Consiglio comunale (Simone Pizzi, ndr) e al Prefetto il comportamento censurabile del presidente». Come ripresosi dopo uno stato di trance, Rossi mette addirittura in dubbio il turpiloquio di qualche minuto prima. Ma i fatti lo contraddicono. E a microfono spento, subito dopo, annuncia le sue dimissioni da presidente della VII Commissione, ritornando parzialmente sui suoi passi nel pomeriggio quando lo abbiamo raggiunto telefonicamente. «Prenderò una decisione domani (oggi per chi legge, ndr)» . 

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