Incontri all’Anas e al ministero, poi arrivano Umbria e Toscana: un ping-pong durato dieci mesi. Le certezze chieste al governo

Incontri all’Anas e al ministero, poi arrivano Umbria e Toscana: un ping-pong durato dieci mesi
Incontri all’Anas e al ministero, poi arrivano Umbria e Toscana: un ping-pong durato dieci mesi
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Martedì 19 Ottobre 2021, 02:00 - Ultimo aggiornamento: 16:00

ANCONA - Di incontri per accelerare la realizzazione della Fano-Grosseto ne sono stati organizzati tanti. Il problema, è che poi alle parole non fanno seguito i fatti e lo si può facilmente evincere dalla fitta agenda di summit che si sono susseguiti nell’ultimo anno: al pressing della Regione non ha fatto seguito un cambio di passo sull’iter ed a sei mesi dalla nomina del commissario straordinario Massimo Simoncini (avvenuta lo scorso 16 aprile) poco o nulla si è mosso. Giri a vuoto che ora spingono Palazzo Raffaello a chiedere l’individuazione di un sub commissario.

La prima tappa di questa Via Crucis risale al 21 gennaio, quando l’assessore alle Infrastrutture Francesco Baldelli ed il governatore Francesco Acquaroli sono andati per la prima volta in trasferta nella sede romana dell’Anas per parlare, tra le altre cose, proprio della Fano-Grosseto. 


Le tappe
Il 16 aprile, si diceva, il Consiglio dei ministri nomina l’ingegner Massimo Simonini, amministratore delegato di Anas Spa, quale commissario straordinario, a cui è assegnata ogni decisione per l’avvio o per la prosecuzione dei lavori. Inoltre provvede all’eventuale rielaborazione e approvazione dei progetti non ancora appaltati, insieme al Provveditorato interregionale alle opere pubbliche e mediante specifici protocolli. Nel frattempo, le Marche si muovono per creare una rete con le altre Regioni coinvolte nel progetto e, l’11 marzo, Baldelli incontra il suo omologo umbro all’ingresso della galleria della Guinza per un sopralluogo congiunto sulla E78.


La decisione
Da quell’appuntamento si esce con la decisione di avviare un percorso istituzionale di collaborazione fra le due Regioni per elaborare un accordo congiunto sulla Fano-Grosseto con il quale sollecitare ministero delle Infrastrutture ed Anas al riavvio dei cantieri della galleria della Guinza ed alla progettazione a quattro corsie di tutto il percorso da costa a costa, da realizzare anche a stralci funzionali. Tocca poi alla Toscana e, il 22 luglio, sempre il titolare della delega incontra a Firenze l’assessore Bacelli per coinvolgerlo nel percorso istituzionale con l’Umbria.

Un piano che sta portando alla definizione di un documento unitario sulla Fano-Grosseto con il quale le tre Regioni, per la prima volta “ad una voce sola”, chiedono a ministero ed Anas il celere riavvio dei lavori, la progettazione e la realizzazione di un’infrastruttura che sia a quattro corsie lungo tutto il percorso. 


Il fronte aperto
Si è creato così un fronte comune che potrebbe garantire un maggior peso “contrattuale” con Roma. Arriviamo così al 16 settembre, quando è in agenda una riunione telematica tra il commissario Simonini, i governatori e gli assessori alle Infrastrutture di Marche, Umbria e Toscana. I rappresentanti delle Regioni ribadiscono la necessità di realizzare quanto prima il traforo della Guinza con la doppia canna e di adeguare a quattro corsie di marcia la progettazione dei lotti mancanti della E78 nel tratto da Selci Lama a Santo Stefano di Gaifa. Appello finora caduto nel vuoto. L’ultima trasferta, in ordine di tempo, di Baldelli al ministero è del 7 ottobre, ma anche in altre occasioni ha affrontato, con i vertici di Mims e Anas, il tema della Fano-Grosseto e di tutta l’ossatura della rete infrastrutturale delle Marche e del Centro Italia. Ma ancora niente di nuovo sotto il sole. 


La contromossa
Considerando che questa spola Ancona-Roma non ha ancora prodotto risultati, la Regione ha deciso di giocare in contropiede ed in settimana – forse già domani – l’assessore invierà al ministero la richiesta di nomina di un sub-commissario regionale per accelerare l’iter di progettazione e realizzazione della Fano-Grosseto. Chiedendo un cambio di passo che il commissario ad oggi, secondo Palazzo Raffaello, non avrebbe garantito. Si vuole così porre fine alla “tragicommedia” di quella che è forse la più grande delle incompiute marchigiane in tema di infrastrutture.


m. m.
© RIPRODUZIONE RISERVATA

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