PESARO - Duecentoventimila tonnellate di anidride carbonica prodotta in meno in un anno dagli autoveicoli, pari alla quantità di CO2 assorbita in pari tempo da circa un milione di alberi adulti. La comunicazione sembra dissonante: costruendo nuove strade, ossia le bretelle intervallive Fabriano-Sassoferrato-Fossombrone e Carpegna-Lunano-Sant’Angelo in Vado per il collegamento con la superstrada Fano-Grosseto, si ridurebbe l’impatto ambientale dei flussi veicolari attirati lungo questa viabilità, rendendo più sostenibile la mobilità alimentata dai combustibili di origine fossile.
Insieme ad Acquaroli da Giovannini
Il paradosso l’ha spiegato venerdì scorso al ministro delle infrastrutture Enrico Giovannini l’assessore regionale Francesco Baldelli, che accompagnava nella missione romana il presidente Francesco Acquaroli.
Da valutare il traffico commerciale
Sulla base di uno studio sviluppato parzialmente dagli uffici regionali con i propri consulenti (ancora devono essere misurati i vantaggi per il traffico commerciale e per quello occasionale, nel quale è compreso anche il traffico turistico), l’assessore Baldelli ha esposto al ministro Giovannini, suscitandone il vivo interesse, la più efficace contro argomentazione alla tesi di Anas, secondo la quale la Fano-Grosseto nel tratto umbro marchigiano non avrebbe flussi veicolari per giustificare un tracciato a 4 corsie. Tesi contro la quale la Regione si sta battendo con forza ormai da un anno, usando argomenti e dati volti a evitare che questo tratto di 53 chilometri resti l’unico a 2 corsie dell’intero tracciato dall’Adriatico al Tirreno con conseguenti svantaggi per lo sviluppo economico e sociale del territorio.
«Lo studio riguarda l’inserimento funzionale della viabilità di progetto della E78 e delle due bretelle, che da Fabriano e Carpegna si innestano sulla superstrada, nel sistema viario del Centro Italia - sottolinea l’assessore regionale alle infrastrutture -. Abbiamo richiesto il focus sull’incompiuta delle incompiute mediante uno studio approfondito che ha l’obiettivo di rilevare con indicatori quantitativi l’impatto sia locale che sovraregionale di queste due bretelle». Incompiute a loro volta, perché sono già stati costruiti dalla parte di Fabriano alcuni piloni e un ingresso in galleria e un tunnel a Lunano.
«Risultati clamorosi»
«È stata svolta un’analisi funzionale dell’assetto viario attuale comparato agli scenari alternativi progettuali - precisa Francesco Baldelli -. I risultati sono sorprendenti e clamorosi. In 36 relazioni interprovinciali del Centro Nord la riduzione dei tempi medi di viaggio è superiore a 40 minuti, pari a circa il 30%. Ma la riduzione è del 20% anche nei rapporti tra Ancona, Fano, Pesaro e Urbino. In termini di percorrenza stradale si risparmiano 115 milioni di chilometri all’anno. Per avere un termine di confronto si pensi che sono 2.875 volte il giro del mondo. Questi flussi veicolari significativi già determinano la necessità di avere le 4 corsie». Ma non è tutto. «Lo studio ancora non valuta la domanda generata dagli altri motivi di spostamento, quelli commerciali e occasionali - rileva l’assessore regionale -, ma soprattutto non è considerata la congestione del traffico nelle ore di punta, che aumenta fortemente l’inquinamento e i tempi. Quindi, approfondendo lo studio i risultati saranno sempre migliori, con la probabile proiezione di un 50% in più di risparmio chilometrico. Senza considerare peraltro i miglioramenti infrastrutturali nei tratti umbro toscani».
La visione d’insieme
La scelta vincente anche sui tavoli di discussione nazionali che Baldelli accredita alla giunta Acquaroli è quella di una visione complessiva del sistema regionale, documentata nel master plan delle infrastrutture, per le connessioni con gli itinerari nazionali ed europei. La sfida è quella di colmare le carenze della rete a Nord e a Sud. Per la Fano-Grosseto la chiave di volta sarebbe la nomina del sub commissario o della cabina di regia interregionale.