ANCONA - Alieno, invadente, onnivoro mangia vongole, cozze, crostacei, qualsiasi tipo di pesce, si cannibalizzano perfino tra loro. È il granchio blu, il “Callinectes sapidus”, specie autoctona delle coste atlantiche del continente americano arrivato in Europa nelle acque delle zavorre delle navi. Ha colonizzato diverse coste dell’Italia e minaccia l’ecosistema marino e l’economia del mare. Sa adattarsi purtroppo a qualsiasi ambiente. Ama le acque fredde e quelle calde, sguazza in quelle altamente saline e non disdegna quelle più dolci alle foci dei fiumi. Anche per il governo, è pericoloso. Ha stanziato 2,9 milioni di euro per contenere la diffusione.
Nelle nostre acque
Nelle Marche, il “killer” blu si è visto per la prima volta nel 2019 e finora appare in un modo sporadico nell’anconetano mentre al Sud della regione è quasi assente. «Quest’inverno, ne abbiamo pescato qualche cassa - conferma Apollinare Lazzari, il presidente della Cooperativa Pescatori di Ancona – che abbiamo venduto intorno ai 6-7 euro al chilo. Ma da quando è arrivato il caldo non ne abbiamo più visti.
L’alta fertilità
Per il biologo Roberto Donavaro, docente dell’Università Politecnica delle Marche e membro del Centro Nazionale Biodiversità, la sua grande dimensione (pesa fino a 400gr, è largo 20 cm e lungo 25) lo rende una difficile preda e la sua alta fertilità è una minaccia. «L’unico vero predatore è l’uomo - suggerisce - soprattutto adesso che il mare è così indebolito dai cambiamenti climatici». Le sue soluzioni: attrezzi selettivi per concentrarsi sulla sua cattura e adottarlo nella dieta mediterranea. Insomma, limitare i danni saltandolo in padella.