Covid Hospital di Civitanova, l’idea di Ceriscioli: «Diventi polo per le liste d’attesa»

L’ex governatore: «Smantellarlo costa quanto comprarlo». Ciarapica, sindaco di Civitanova: «Venerdì vertice con l’Ast per decidere»

Covid Hospital di Civitanova, l’idea di Ceriscioli
Covid Hospital di Civitanova, l’idea di Ceriscioli
di Martina Marinangeli
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Lunedì 5 Febbraio 2024, 03:10 - Ultimo aggiornamento: 13:17
ANCONA Quale sarà il suo destino, nessuno pare saperlo. Ma su un punto c’è convergenza praticamente unanime: non può restare in quel limbo sospeso nel tempo in cui è confinato da oltre due anni e mezzo. Che sia quella dello smantellamento o del riutilizzo per scopi sanitari, il Covid Hospital di Civitanova deve imboccare una strada. Farlo restare una cattedrale nel deserto non è un’opzione.  

Lo sa anche il sindaco Fabrizio Ciarapica, che aggiorna la road map: «Venerdì faremo un sopralluogo con la dottoressa Corsi (l’ex direttrice dell’Ast 3 di Macerata, ndr) e i tecnici dell’Ast per valutare le possibili nuove destinazioni della struttura». 


Le opzioni


Tutte le porte sembrano al momento aperte: dal passo indietro per far tornare quei locali casa delle fiere, all’opzione di realizzare al suo interno un polo per le emergenze, «non solo sanitarie - avanza l’ipotesi la fascia tricolore - magari per attivare lì il Coc quando necessario». Gli ampi spazi che garantisce si prestano ad un variegato ventaglio di idee: con i suoi 5.436 metri quadri in posizione altamente strategica (all’uscita dell’autostrada) apre più di una prospettiva. 
Tra queste, l’idea che lancia l’ex governatore (nonché assessore alla Sanità) Luca Ceriscioli, bandiera Pd, che nel marzo 2020 chiamò l’ex capo della Protezione civile nazionale Guido Bertolaso, per realizzare il Covid Hospital sulla falsariga di quello di cui si stava occupando per Milano. Riuscì a convincere anche Ciarapica - di tutt’altro schieramento politico - della bontà del progetto.

E lo mise in piedi. Oggi, vedendo la parabola decadente che ha imboccato, alza le braccia: «Mi pare ci sia un totale vuoto di idee, e questa è la cosa peggiore». E mette a disposizione la sua: «Realizzare all’interno della struttura un centro diagnostico sperimentale per abbattere le liste di attesa. Tre medici a turno che coprano una fascia oraria che va dalle 6 del mattino alle 24». Certo, sarebbe stato meglio farlo quando tutti i macchinari erano ancora all’interno della struttura. Ma la proposta si basa su un ragionamento a priori: «Smantellare il Covid Hospital per farlo tornare ad essere Fiera è rischioso. Ci auguriamo tutti che la prossima pandemia non arrivi prima di 200 anni, ma se così non fosse, avresti già a disposizione una struttura pronta a gestire l’emergenza». Ma siccome non può restare in stand by in attesa di eventuali scenari futuri, anche perché i macchinari si deteriorerebbero, «la si mantiene attiva con un polo diagnostico, di cui mi sembra ci sia un gran bisogno». Anche perché, fa di conto il prof di matematica, «avevamo stimato che smantellare il Covid Hospital sarebbe costato quanto comprarlo», e poi utilizzarlo per le emergenze. 


La convergenza


Un’ipotesi, quella di rendere il centro un hub regionale per gestire pandemie o catastrofi naturali, che non dispiace neanche al sindaco Ciarapica. Il primo cittadino ricorda anche come «dentro ci siano ancora i sei moduli a pressione negativa, che potrebbero essere usati per altre emergenze». Ci tiene poi a precisare che “l’astronave di Bertolaso”, come fu ribattezzata l’ex Fiera, «non è abbandonata, ma dormiente». Considerando che il sipario sul Covid Hospital è sceso il 30 giugno 2021, sarebbe anche ora di risvegliarlo.

 

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