Da una parte ci sono le foto sui profili social di lunedì 4 maggio: «Primo bagno di stagione». Dall’altra parte ci sono le ordinanze del presidente della Regione Marche, Luca Ceriscioli: quella che vieta integralmente l’accesso alle spiagge (numero 21 del 3 aprile) e quella che la revoca riaprendo le spiagge solo per camminare (numero 27 del 30 aprile). Per non parlare dell’ordinanza 38 del Comune di Ancona che esce sabato 2 maggio e prescrive sul territorio del capoluogo di regione il divieto integrale di accesso alle spiagge fino al 17 maggio. In tutti i documenti si cita espressamente che le misure sono «finalizzate al contenimento della diffusione del contagio da Covid-19». Tutto chiaro, apparentemente, tra i due estremi: i bagni sono vietati.
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Il segretario generale di Palazzo Raffaello Deborah Giraldi che fin qui ha infilato tutte le interpretazioni amministrative dal verso giusto non si sposta: «Accesso alle spiagge sì, bagni non consentiti. Le norme sono chiare». Poi, però, alla prova dei fatti ci sono quelli che in acqua ci sono andati: in tempi normali le temperature del 4 maggio valevano ampiamente un tuffo anche con acqua gelida. Ma in questo tempo così particolare se tutti gli sforzi devono essere volti a tenere sotto controllo le occasioni di assembramento (e quindi di potenziale contagio) non è detto che dietro l’angolo non ci sia il rischio di cavillo. Partiamo dal decreto del presidente del consiglio dei ministri del 26 aprile che riapre alle attività sportive individuali e nel successivo chiarimento specifica tra di esse figurano windsurf e kitesurf. Le Marche aggiungono anche un altro particolare. Decreto del governatore Ceriscioli numero 142, sempre del 30 aprile.
Il decreto citato, emanato dal ministero delle Politiche Agricole, dice in sintesi che questo tipo di attività va dichiarato al ministero. E se ci fosse un controllo, va esibito l’invio di questa specifica comunicazione altrimenti va sospesa l’attività di pesca. In Regione, vicino a Ceriscioli, c’è chi ha fornito un’interpretazione estensiva di questo punto: «I bagni sarebbero tollerati sempre nel rispetto delle distanze». Per la Giraldi vale il no. Idem per la direzione marittima della guardia costiera che insieme ai comuni è tenuta a vigilare sulle spiagge. «Bagni vietati - puntualizza il contrammiraglio Moretti - non ci sono interpretazioni mediane».
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