ANCONA - Si fa presto a parlare di faraonici - e condivisibili - progetti come quello per l’Alta velocità lungo la dorsale Adriatica, con due binari da costruire in arretramento per dare respiro alla costa. Poi però bisogna fare i conti con la realtà di un Paese che rende una corsa ad ostacoli anche centrare obiettivi molto più semplici. Almeno sulla carta. È il caso del cosiddetto Lungomare Nord, nel Comune di Ancona, che prevede la realizzazione di una scogliera di protezione proprio della ferroviaria Adriatica, con interramento, rettifica dei binari e velocizzazione a 200 km/h della linea. Niente paragonato all’Alta velocità in arretramento. Eppure è rimasto intrappolato in una storia di ordinaria burocrazia che va avanti da anni. E ancora oggi non si vede la luce in fondo al tunnel.
L’inizio
Riavvolgiamo il nastro al lontano ottobre 2017, quando Ministero delle Infrastrutture, Rfi, Regione, Autorità di sistema portuale e Comune di Ancona siglano l’accordo di programma per l’opera da 52,8 milioni di euro che si innesta anche sul progetto dell’uscita a Nord dal porto di Ancona.
Ma poi arriva il colpo di scena che non ti aspetti: il 22 maggio 2020 viene comunicata dal Ministero la decadenza della commissione e il 25 maggio 2020 si insedia quella nuova. Punto e a capo: tutto da rifare. Come in un poco divertente gioco dell’oca, la procedura di Via per il Lungomare Nord torna alla casella di partenza e ancora oggi l’impasse non si è sbloccato. Il 22 ottobre 2021 Rfi ha anche mandato le integrazioni al progetto richieste dalla nuova commissione, ma l’opera resta in stallo. Sono passati 4 anni da quando è stata inoltrata per la prima volta l’istanza per la Via: è mai possibile che si debba attendere così tanto per avviare un cantiere peraltro già finanziato?
I tempi si sono dilatati a tal punto che si è resa necessaria la rimodulazione dell’accordo di programma siglato nel 2017 perché, di lungaggine in lungaggine, non verrà rispettata la deadline del 2023 e una delle di finanziamento da cui si voleva attingere è in scadenza. Nello specifico, per la realizzazione della scogliera di protezione - cofinanziata da Regione e Rfi - Palazzo Raffaello aveva previsto di attingere ai fondi europei Por Fesr 2014/2020. Ma «le tempistiche di realizzazione dell’intervento - spiega la delibera regionale 1459 del 14 novembre - non sono più in linea con le scadenze dettate dai fondi Por-Fesr 2014-2020 in quanto l’operazione non potrà essere conclusa entro il 31 dicembre 2023».
Le fasi
L’intervento è previsto in due fasi: la prima prevede la realizzazione della scogliera di protezione della ferrovia Adriatica per un costo di 24.850.000 euro - finanziati per 21.350.000 euro da Rfi e per 3,5 milioni dalla Regione, e la rettifica e velocizzazione della linea per 18 milioni di euro (messi da Rfi). La seconda fase si articola invece su due livelli. In primis, l’interramento con gli escavi dei fondali marini da 10 milioni di euro finanziati dall’Autorità portuale, a cui si aggiunge l’infrastruttura leggera con percorsi ciclopedonali a carico del Comune di Ancona. Quando le vedremo realizzate, non è dato sapere. Burocrazia ed infrastrutture: binomio micidiale.