La morte di Mithun, caso riaperto: il gip dispone ulteriori indagini. La famiglia: «Nessun suicidio, è un inquietante omicidio»

Mithun Rossetti
Mithun Rossetti
di Benedetta Lombo
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Mercoledì 21 Aprile 2021, 04:35

TREIA - Morte di Mithun Rossetti, il gip dispone ulteriori indagini. I legali dei familiari: «Nessun suicidio, siamo davanti a un inquietante omicidio. Troppe persone mentono o tacciono, sfruttino quest’ultima opportunità per comportarsi da uomini».

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Il gip Maria Grazia Leopardi dà nuova speranza ai genitori e alla sorella di Mithun, lo studente universitario di Treia (26 anni ancora da compiere) trovato impiccato il 7 agosto di cinque anni fa in circostanze misteriose.

Dopo la richiesta di archiviazione del fascicolo aperto contro ignoti per omicidio volontario presentata dal procuratore di Fermo Raffaele Iannella e dal sostituto Eugenia Sinigallia, i genitori Lorena Poddine e Sergio Rossetti e la dorella Putrika Rossetti, tramite gli avvocati Federico Valori, Rossano Romagnoli e Benedetta Tommasoni presentarono opposizione alla richiesta evidenziando le zone d’ombra che l’indagine fin qui eseguita presenterebbe. 


Il 16 aprile scorso si era svolta l’udienza e il 19 il gip ha sciolto la riserva. «Il giudice – hanno riferito i legali - ha ritenuto “di condividere in fatto e in diritto i rilievi e le valutazioni di cui all’opposizione avanzata facendoli propri e dandoli per qui trascritti”. Il significato di questa laconica frase è inequivoco: non siamo davanti ad un tragico suicidio ma davanti ad un inquietante omicidio volontario; vi sono molte, troppe, persone che sanno e mentono o tacciono; ciò non è più tollerabile». Il giudice ha dato mandato al pm di integrare le indagini nei termini richiesti dagli avvocati che hanno presentato l’opposizione, concedendo 90 giorni da oggi, ciò avendo «ritenuta l’assoluta necessità dell’integrazione delle indagini come richiesta dagli opponenti».


«Altrettanto inequivoco – proseguono i legali –, riteniamo sia il significato di questo secondo periodo: le indagini da espletarsi, come richiesto da questa difesa, dovranno consistere in: nuova indagine informatica con i più aggiornati sistemi di ricerca; effettuazione di ulteriori indagini tossicologiche; nuova audizione dei testi già sentiti in fase istruttoria, avendo cura che durante lo svolgimento dell’atto essi non vengano assistiti da alcun legale di fiducia, a meno che essi non vengano indagati per il reato di false informazioni al pm; assunzione delle testimonianze omesse nel corso dell’indagine. Dopo quasi cinque anni finalmente ciò che era di palese evidenza fin dal primo momento, viene riconosciuto e consacrato in un provvedimento giudiziario. La famiglia non è più sola; accanto a lei da anni, i media e l’opinione pubblica si sono stretti, consapevoli delle soverchianti perplessità ed inquietudini che le modalità di svolgimento delle indagini e le conclusioni suscitavano. Oggi, si è aggiunto l’autorevole conforto del gip del Tribunale di Fermo. Per porre rimedio agli errori commessi ed al tempo perduto, occorrerà una forte determinazione da parte degli inquirenti». 


Nei prossimi giorni i legali si recheranno in Procura a Fermo «a discutere – spiegano - con gli inquirenti al fine di rendere davvero efficaci e risolutive le indagini da espletare; perché venga fatta luce sulla tragica vicenda che ha coinvolto il povero Mithun. Ci preme registrare e trasmettere l’appello accorato della signora Lorena, del signor Sergio, di Putrika rivolto a coloro i quali sono stati ben individuati dal gip, affinché sfruttino quest’ultima possibilità per dire finalmente quanto a loro conoscenza e comportarsi da uomini». Secondo i familiari, infatti, ci sono persone che sanno di più di quello che finora hanno riferito.

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