SAN GINESIO Nell'azienda agricola una discarica di liquami illegale, due braccianti irregolari e tutta una serie di violazioni alle norme sulla sicurezza e sui certificati di conformità. Il titolare è stato denunciato per manodopera clandestina e dovrà anche rispondere di tutte le irregolarità rilevate nel corso del controllo effettuato nella sua azienda a San Ginesio.
Controllo effettuato dai carabinieri di Tolentino, unitamente ai militari del Nucleo Ispettorato del Lavoro di Macerata e del Gruppo Carabinieri Tutela del Lavoro di Venezia, che hanno passato al setaccio circa 60 ettari di terreno con coltivazione di foraggio e allevamento di circa 300 bovini da latte.
All’arrivo dei carabinieri è emersa subito la presenza di due braccianti indiani irregolari sul territorio nazionale, impiegati illegalmente. Il datore di lavoro e titolare della società agricola è stato pertanto deferito all’Autorità Giudiziaria per l’impiego di manodopera clandestina.
Contestualmente è apparsa subito evidente una grave violazione in materia ambientale, poiché sul posto era presente un esteso invaso artificiale, di circa 600 metri quadrati, appositamente scavato nel terreno, privo di impermeabilizzazione, nel quale venivano fatti convogliare, con una pompa, tutti i reflui zootecnici derivanti dalla conduzione della stalla, con conseguente ed inevitabile percolato nel terreno sottostante.
È stato dunque richiesto l’intervento dei Carabinieri Forestali di Sarnano, che hanno immediatamente proceduto alla contestazione della violazione della normativa ambientale in materia di rifiuti e al sequestro preventivo della “discarica” di liquami e del sistema di pompaggio dei reflui.
Oltre a questo i militari dei reparti speciali in materia di lavoro hanno rilevato violazioni sulla sicurezza, dall’aggiornamento del Dvr, alla mancanza di formazione e informazione dei lavoratori, all’assenza della designazione del medico competente e del responsabile del servizio di prevenzione e protezione dei rischi; vi erano inoltre svariate omissioni come il mancato invio dei lavoratori alle visite periodiche e relative alla valutazione dei rischi.
Rilevata anche la presenza di lastre in acciaio per coprire l’area in cui i reflui della stalla andavano a confluire nella vasca di contenimento; tali lastre lasciavano aperture pericolose per i braccianti impiegati.
Attese le gravi violazioni e carenze in materia di sicurezza i carabinieri hanno proceduto al sequestro preventivo dell’azienda agricola, con applicazioni di prescrizioni e ammende penali che prevedono come massimo edittale il pagamento di oltre 120.000 euro.
Al titolare e legale rappresentante della Società, cinquantenne originario della zona, è stata applicata anche la maxi sanzione amministrativa per lavoro sommerso, di 32.500 euro, di recente introduzione legislativa, con la finalità di contrastare il fenomeno sul piano nazionale, anche nel settore agroalimentare.
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