PORTO RECANATI - Problema risolto, emergenza idrica rientrata all’hotel House, ma Luca Davide, uno dei residenti di riferimento - per via dell’impegno profuso in tanti anni - del condominio muove all’attacco degli amministratori comunali e di quanti, magari potendolo fare, non sono intervenuti in tempo utile.
La prima osservazione di Luca Davide: «L’acqua è tornata grazie alla generosità di un imprenditore che ci ha donato i materiali, la pompa di aspirazione, utili a togliere l’acqua che ha allagato i locali caldaia mandando in tilt il servizio idrico del palazzo.
Luca Davide torna a parlare delle emergenze: «Diverso tempo fa la troupe di un programma televisivo nazionale aveva mandato in onda un servizio sul mancato funzionamento del sistema fognario e il Comune era poi intervenuto. Poco dopo quell’intervento ho visto che un tombino espelleva acqua, invece di riceverla. Ho segnalato l’inconveniente chiedendo di pulirlo perché, persistendo il problema e con l’arrivo di precipitazioni intense, il locale caldaie si sarebbe sicuramente allagato. Nessun intervento, le piogge sono arrivate e il locale caldaie è stato invaso da quaranta centimetri d’acqua. Avevamo tre pompe di aspirazione e una da sola non sarebbe mai riuscita a ripristinare la normalità. Per due giorni siamo rimasti senza acqua potabile. Ho chiamato la Protezione civile di Porto Recanati, ma la risposta è stata negativa e legata al fatto che in precedenza si era bruciata una pompa nell’aspirare acqua dall’Hotel House. Come se fosse colpa nostra se una pompa si rompe durante un lavoro. Abbiamo anche chiamato i vigili del fuoco intervenuti per il controllo».
«Siamo partiti con una colletta tra le persone di buona volontà - prosegue - , e ce ne sono tante, che vivono all’Hotel House, per comprare una pompa di sollevamento delle acque. Poi è arrivato Faggiolati che ci ha regalato quanto necessario e lo abbiamo messo in azione». Davide ricorda anche i problemi di ordinaria amministrazione del condominio: «all’Hotel House ci sono persone che vogliono vivere in modo normale, è vero che parte della responsabilità dell’emergenza è la nostra, ma solo una parte». La polemica finale: «In una situazione così deve intervenire un imprenditore e non il Comune?».
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