ANCONA - Non si arriverà a sospendere l’erogazione dell’acqua nelle ore notturne, perché ancora nelle Marche l’emergenza idrica è ancora a livello uno e si può intervenire senza mettere in atto drastici provvedimenti. Ma la Regione invierà una lettera a tutti i Comuni del territorio.
Una lettera per invitare i sindaci ad emanare specifiche ordinanze che vietino l’utilizzo dell’acqua proveniente dagli acquedotti per tutti gli usi diversi da quello alimentare domestico e per l’igiene personale. La missiva partirà dopo il summit fissato dalla Regione mercoledì, a cui prenderanno parte le Prefetture e la Protezione civile: un vertice d’urgenza mentre nei fiumi marchigiani continua a diminuire la portata d’acqua e in alcuni tratti sono addirittura in secca.
L’assessore regionale alla Protezione civile Stefano Aguzzi sta monitorando la situazione costantemente: «Siamo preoccupati ma speriamo di non arrivare, come l’anno scorso, a razionare l’acqua per l’agricoltura.
Le prime firme
Non a caso proprio in provincia di Pesaro Urbino alcuni sindaci hanno già emesso i primi provvedimenti: l’ultimo in ordine cronologico è Matteo Ricci che ha deciso di limitare l’uso dell’acqua nel territorio di Pesaro, anticipato da Vallefoglia e ancora prima da Montelabbate. In provincia di Macerata invece, l’ordinanza per risparmiare l’acqua a Morrovalle sarà valida fino al 15 ottobre. Tutti i provvedimenti vieteranno l’innaffiamento di orti e giardini, l’irrigazione agricola, il lavaggio di automezzi, il riempimento di piscine ed altri impieghi analoghi che non siano appunto «per uso alimentare domestico e per l’igiene personale».
Il primo step
Si tratta del primo passo per cercare di risparmiare l’acqua e ridurre gli sprechi, mentre nei prossimi giorni il Governo comincerà ad accogliere le richieste di stato d’emergenza da parte delle Regioni, sulla base di criteri stabiliti a livello centrale. «Questi criteri – spiega Aguzzi – si può presumere riguardino l’emergenza in agricoltura, nella zootecnica, di fronte a mancanza di acqua per gli animali, ed emergenza a uso potabile civile. Ritengo che nelle Marche vi siano le condizioni per rispettare questi criteri già ora, e ancora di più nel prossimo futuro. Ma questo non risolverà il problema».
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