ANCONA Un’ordinanza regionale entro la fine di giugno per dare indicazione ai Comuni di procedere con il razionamento dell’acqua. È questo l’orientamento assunto da Palazzo Raffaello per mettere un freno all’emergenza siccità che nel giro di pochi giorni potrebbe tradursi in una vera e propria crisi idrica.
«Nei prossimi giorni convocheremo il Comitato di coordinamento tra Regione e prefetture, così da poter mettere in campo un’ordinanza che dia via libera ai Comuni per procedere con le loro - fa sapere l’assessore competente Stefano Aguzzi, che ieri ha preso parte alla Conferenza delle Regioni a Roma, alla presenza del capo dipartimento della Protezione civile nazionale, Fabrizio Curcio - .
Le richieste delle Regioni
Se queste sono le misure che intende adottare la giunta Acquaroli, a livello nazionale si sta andando verso la dichiarazione dello stato di emergenza, come emerso ieri durante l’incontro ad hoc sulla siccità della Conferenza delle Regioni. «Una volta predisposto lo stato di emergenza - spiega Aguzzi - le Regioni dovranno fare richiesta e credo proprio che le Marche potranno rientrarci. Infatti, nei prossimi giorni, verranno definiti i criteri per avanzare la domanda e si articoleranno su tre diversi gradi di criticità: la difficoltà ad approvvigionarsi di acqua per uso civile, per uso zootecnico e per uso agricolo. Considerando la nostra situazione, in particolare nella provincia di Pesaro Urbino, credo che come Marche potremmo rientrarci anche se, prima di saperlo con certezza, dovremo vedere nel dettaglio come saranno elaborati i criteri».
Ristori per l'agricoltura
Ma se anche nelle Marche dovesse essere dichiarato lo stato di emergenza, questo potrebbe non risolvere il problema dal momento che, fa notare ancora l’assessore, «non interviene sull’attuale contingenza. Al massimo, rientreremmo in una serie di ristori successivi per riparare ai danni all’agricoltura. Ma nell’immediato, non vedo come lo stato di emergenza potrebbe incidere sulla scarsità della risorsa idrica». Per questa ragione, al fine di risolvere una volta per tutte una criticità che sta diventando cronica in tutta Italia, nel vertice di ieri le Marche, come le altre Regioni, hanno ribadito la richiesta di prevedere fondi per la realizzazione di nuovi invasi, così da poter immagazzinare l’acqua nei momenti utili dell’anno - ovvero autunno ed inverno - e non restare mai più così a secco in estate.
Il nodo invasi
«Per il momento, non abbiamo ricevuto risposte concrete su questo punto», l’amara considerazione di Aguzzi, che a Curcio ha anche chiesto di «snellire almeno le procedure per la pulizia degli invasi esistenti. Ho fatto l’esempio delle tre dighe sul Metauro, gestite da Enel per il servizio idroelettrico, dove gli invasi non sono mai stati puliti in decenni.
Per questa ragione, ad oggi sono ad un terzo delle loro possibilità». Nell’attesa che qualcosa si muova, la morsa della siccità si fa più serrata con l’aumento delle temperature ed un’inversione del trend non pare all’orizzonte.