Si è arreso alla malattia a 56 anni, addio a Paolo Polverigiani: «Se n’è andato un orso buono»

Si è arreso alla malattia a 56 anni, addio a Paolo Polverigiani: «Se n’è andato un orso buono»
Si è arreso alla malattia a 56 anni, addio a Paolo Polverigiani: «Se n’è andato un orso buono»
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Martedì 26 Luglio 2022, 07:05

MONTEFANO -  Ieri pomeriggio l’ultimo saluto a Paolo Polverigiani, ristoratore di Montefano scomparso a 56 anni a seguito di una malattia. «Un orso buono» come lo ricordano i suoi amici e chi lo ha conosciuto. Diplomato all’istituto Alberghiero, Polverigiani ha dedicato tutta la sua vita alla cucina. Così grande era la sua passione per i fornelli che, nel corso degli anni, aveva seguito anche diversi master. 

 
La sua attività era iniziata molti anni fa con il ristorante “Lord Byron” di Appignano, oggi diventato “Peperondino”.

Insieme a lui, il socio Gianfranco Bronzini, (Dino del duo comico Lando e Dino) che ancora porta avanti il ristorante dopo l’uscita di Polverigiani. Il cuoco, infatti, aveva poi gestito il ristorante “Grimaldi” e negli ultimi tempi il locale “Pane di Paolo”. Proprio per il suo lavoro, Polverigiani non era conosciuto solo a Montefano, ma anche a Treia ed Appignano.


In tanti ieri si sono ritrovati per l’ultimo saluto a quell’uomo che «amava stare spesso da solo - come ricordano gli amici Luca Lucamarini e Gianfranco Bronzini - ma non si tirava mai indietro di fronte alle necessità di chi gli stava intorno. Dopo che la notizia della sua morte si è diffusa sui social, sono state tante le persone che hanno voluto ricordare la beneficenza che ha fatto negli anni. Non voleva si sapesse - dicono - . Spesso ha messo a disposizione la propria generosità per aiutare gli altri. Ha fatto tante donazioni: alla Caritas, alla sanità. Sono gesti che difficilmente dimenticheremo». 


Negli ultimi due anni, a causa del Covid, anche Polverigiani aveva accusato il colpo delle difficoltà legate alle restrizioni che hanno messo in ginocchio i ristoranti, ma si era rialzato con il suo ultimo locale. «A febbraio si è ammalato - ricorda Lucamarini - poi le condizioni sono peggiorate fino alla sua dipartita».

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