Montefano, il Comune "sbaglia"
i cartelli del convento. E' polemica

Montefano, il Comune "sbaglia" i cartelli del convento. E' polemica
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Lunedì 15 Giugno 2015, 12:13 - Ultimo aggiornamento: 16 Giugno, 18:27
MONTEFANO - Le vie della cittadina corredate da segnali turistici che indicano le bellezze custodite nel territorio è un'idea che dovrebbe riempire di soddisfazione i residenti perché finalmente si riesce a valorizzare il patrimonio che si ha. A Montefano, però, la cosa è tutt'altro che piaciuta a padre Alberto Maggi uno dei fondatori del Centro di studi biblici. Non l'idea, naturalmente, ma la sua realizzazione e per questo prende di mira l'amministrazione comunale, accusata di imprecisione nelle indicazioni. In un commento sul proprio profilo Facebook, il religioso infatti non usa mezzi termini: “Maldestramente collocati sono apparsi gli indicatori turistici di Montefano, infarciti di errori e imprecisioni”, scrive il sacerdote, il quale sottolinea che tali errori riguardano proprio il centro di studi biblici e la sua collocazione. “Tra l'altro - continua Padre Alberto Maggi - viene indicato 'Ex convento dei Serviti'. In realtà è il convento di San Filippo Benizi dei Servi di Maria, ancora attivo: un errore che secondo il sacerdote non è soltanto nella dicitura, ma nasconderebbe un problema ben più profondo. “Forse un lapsus freudiano?”, si domanda retoricamente, padre Maggi, che subito risponde. “No: il convento non è ex (anche se qualcuno in questa amministrazione comunale lo desidererebbe), ma vivo e vegeto”. L'errore stanto alla reazione di padre Maggi, è ancora più imperdonabile perché “se Montefano ora è conosciuto a livello internazionale lo deve al Centro Studi Biblici”, che però, conclude il sacerdote nella sua accusa è “completamente ignorato negli indicatori, numerosi, superflui ed errati”. Il Centro Studi Biblici, intitolato a padre Giovanni Maria Vannucci è, infatti, una polo di esegesi biblica tra i più prestigiosi non solo a livello nazionale. Esso diffonde i risultati degli studi attraverso di libri, articoli e dispense, ma anche attraverso strumenti innovativi quali Twitter, Facebook e Youtube, scegliendo un linguaggio semplice e accessibile a tutti, senza però rinunciare al rigore e alla profondità. “Questa attenzione al linguaggio - si spiega nel sito - ha dimostrato che è possibile proporre il messaggio evangelico senza ricorrere alle terminologie tecniche proprie dell'esegesi e alle categorie tipiche del linguaggio religioso-clericale”.
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